Il Sole 24 Ore, 27 ottobre 2019
Lo sport italiano e i gruppi militari
A dare slancio allo sport italiano c’è l’apporto degli atleti delle Forze armate (Carabinieri, Aeronautica militare, Esercito, Marina militare, Guardia di finanza) e dei Corpi civili dello Stato (Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria). Un contributo forse poco noto, ma che è dovuto alla sinergia instaurata dal Coni con le Forze armate (proprio oggi peraltro si concludono i Giochi mondiali militari a Wuhan, in Cina) grazie a un Protocollo d’intesa pluriennale.
I valori da trasmettere
L’accordo tra Coni e ministero della Difesa favorisce la crescita dello sport italiano, con gli atleti di rilevanza nazionale che vengono messi in condizione di allenarsi in un contesto dedicato alla valorizzazione delle loro qualità. L’essenza dello sport, però, non si limita al mero conseguimento di una prestazione sportiva: i rappresentanti dei Gruppi sportivi militari (Gsm) e dei Corpi civili dello Stato(CcS) si impegnano infatti a veicolare valori quali solidarietà, rispetto, correttezza e disciplina.
I contributi del Coni
Con riferimento alla ripartizione dei contributi Coni per l’attività sportiva del 2019, alle Forze armate e ai Corpi dello Stato sono stati erogati 2.249.400 euro, direttamente dalla società Sport e salute Spa (ex Coni Servizi Spa). Per l’attività sportiva dei Corpi militari dello Stato Maggiore della Difesa sono stati stanziati 1.017.330 euro; di questi, 330.320 euro sono andati ai Carabinieri, 216.235 euro all’Aeronautica militare, 320.150 euro all’Esercito e 147.625 euro alla Marina militare. Ai CcS, invece, nel 2019 sono stati elargiti 863.070 euro, ripartiti tra Vigili del Fuoco (81.750 euro), Polizia penitenziaria (271.820 euro) e Polizia di Stato (509.500 euro). Alla Guardia di Finanza sono andati 369mila euro.
Le risorse per gli impianti
Per la realizzazione di progetti infrastrutturali, invece, nel 2019 il Coni ha assegnato ai Gsm e ai CcS un contributo a fondo perduto di 930.544,37 euro: 455mila euro alla Marina Militare per la riqualificazione del Centro sportivo Remiero di Sabaudia (Lt); 75mila euro ai Carabinieri per i lavori alle strutture di canoa e canottaggio; 400mila euro alle Fiamme Oro (Polizia di Stato) per i centri sportivi romani di Spinaceto e Tor di Quinto.
L’«ingaggio» degli atleti
Il reclutamento avviene mediante concorso pubblico per titoli sportivi, riservato ai soli atleti dichiarati di interesse nazionale dalle Federazioni sportive nazionali riconosciute dal Coni. Con riferimento ai titoli sportivi, i risultati conseguiti dall’atleta in ambito internazionale e nazionale assumono valenza determinante in base a specifiche tabelle-punteggi previste per ogni disciplina.
Per essere ammessi alle successive fasi di selezione, nella valutazione dei titoli sportivi è previsto un punteggio minimo. Per concorrere, generalmente, bisogna aver compiuto 17 anni e non aver superato i 26. I vincitori di concorso sono ammessi in servizio in qualità di Volontari in ferma prefissata quadriennale (Vfp4) e assegnati ai Centri sportivi della forza armata. Al termine della ferma, gli atleti possono transitare, previo superamento di appositi corsi, in servizio permanente effettivo. Lo stipendio medio mensile è quello previsto per il personale di pari ordine e grado.
Al termine della carriera agonistica, si può decidere se rimanere in servizio presso il corpo di appartenenza, oppure qualificarsi come istruttore, preparatore atletico o massaggiatore presso Centri sportivi, istituti di formazione, scuole militari, enti o i reparti della forza armata. Infine, vi è la possibilità di partecipare ai concorsi interni per progredire in carriera oppure di congedarsi.