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 2019  ottobre 27 Domenica calendario

Sondaggi, destra e sinistra esistono ancora

Destra e sinistra hanno ancora un senso. Anche in una era post-ideologica quasi l’ 80% degli elettori continua a utilizzare queste etichette che molti politici invece ritengono obsolete. È uno dei risultati emersi dal sondaggio Winpoll-Sole 24 Ore che pubblichiamo qui. Nonostante tutto, destra e sinistra continuano a funzionare come scorciatoie cognitive utili per orientarsi in un mondo della politica diventato sempre più fluido ma non per questo privo di riferimenti politici e valoriali. Ne è la prova il fatto che la collocazione nello spazio politico che danno di sé gli elettori dei vari partiti coincide con quella che comunemente viene assegnata dagli osservatori agli stessi partiti. Per esempio, gli elettori di Fratelli d’Italia si collocano in una posizione nettamente di destra, per la precisione al punto 8.5 sulla scala che va dalla estrema sinistra (0) alla estrema destra (10). E questa per l’appunto è la collocazione che di solito viene attribuita al partito della Meloni. La stessa cosa vale anche per gli altri partiti. Il che vuol dire che lo spazio della politica italiana non è totalmente destrutturato. E questo è un fatto positivo. 
Come si vede nella figura in pagina, la autocollocazione media degli elettori italiani è di centro-destra, punto 6 sulla scala. Non è una novità. Che il centro-destra abbia un vantaggio competitivo nei confronti del centro sinistra è un fatto noto. Ad esempio, lo mostravano i dati CISE dello scorso dicembre (https://cise.luiss.it/cise/2018/12/23/italia-paese-di-destra-quella-del-2018-si/). La cosa più interessante che si ricava da questo sondaggio è una altra. È la polarizzazione che caratterizza gli orientamenti di fondo dell’elettorato. 
A destra la distanza tra la posizione degli elettori di Forza Italia (il partito più moderato) e quella degli elettori di Fratelli d’Italia (il partito più estremo) è di un solo punto percentuale. A sinistra la distanza tra la autocollocazione degli elettori di Italia Viva (il partito più moderato) e quella di Pd e Federazione dei Verdi è ugualmente di un punto, che diventano due includendo la Sinistra. Ma la distanza tra il blocco di centro-destra e quello di centro-sinistra è superiore ai tre punti. Si guardi per esempio alla distanza tra elettori di Forza Italia e quelli di Italia Viva. In sintesi, i due schieramenti sono molto omogenei al loro interno, ma si differenziano nettamente tra di loro. 
In mezzo si collocano gli elettori del M5s. Nel corso dell’ultimo anno il movimento di Grillo ha cambiato pelle. Come abbiamo scritto più volte, passando dal 33 % delle politiche al 17% delle Europee i Cinque Stelle hanno perso molti elettori che si collocavano sul versante di destra dello spazio politico. Con queste defezioni sono in un certo senso tornati alle origini. Questi dati lo confermano. La loro autocollocazione media – 5 – è molto più vicina a quella dello schieramento di centro-sinistra. Sono più vicini al partito di Zingaretti di quanto non lo siano al partito di Berlusconi o a quello di Salvini. E lo sono ancora di più al partito di Renzi.
Italia Viva merita un discorso a parte. Uno degli indicatori usati in questo sondaggio – la propensione al voto – ci consente di analizzare la sovrapposizione degli elettorati potenziali dei diversi partiti. Questo indicatore rileva quale è la probabilità che in un futuro imprecisato gli elettori possano votare a favore dei vari partiti. Il risultato di questa analisi è il diagramma di Venn. L’area di sovrapposizione dei diversi cerchi rappresenta la quota di elettori che pensano di poter votare i partiti di quella area (punteggi da 7 a 10). Queste aree sono quindi porzioni di elettorato contendibile. Come si vede, sono IV e Pd ad avere la maggiore quota di elettori che pensano di poter votare per l’uno o per l’altro dei due partiti. Una certa sovrapposizione si nota anche tra Forza Italia e IV, ma molto meno di quanto molti credono e meno di quanto accade tra Forza Italia e Lega. 
Tornando a Renzi, l’affermazione da lui fatta alla Leopolda di voler seguire l’esempio di Macron e puntare ai voti del Pd è supportata da questi dati. Nonostante la maggiore vicinanza in termini di autocollocazione tra i suoi elettori (che noi continuiamo a stimare intorno al 6 %) e quelli del M5S, la vera competizione è tra IV e Pd. Questo non vuol dire che le ambizioni di Renzi si fermino qui. Ci sono altri elettorati contendibili e ci sono elettori che non votano e che potrebbero essere rimobilitati. Il problema di Renzi però continua ad essere la sua immagine. Non è facile spiegare perché quasi l’80% degli italiani ne diano un giudizio abbastanza negativo o molto negativo a distanza di anni dalla sua esperienza di governo. Ma così è. Solo tra gli elettori del Pd e quelli di +Europa il giudizio è più favorevole. Ma basta vedere il dato relativo agli elettori del M5s o a quelli di Forza Italia per capire perché nel diagramma di Venn sono pochi o inesistenti gli elettori disposti a considerare un voto futuro per il partito di Renzi. Ma tutto scorre di questi tempi e nulla può essere considerato acquisito per sempre.