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 2019  ottobre 27 Domenica calendario

Così le studentesse assediavano Bellomo

«Il contratto è sempre stato frutto di libera scelta, e il termine “imposizione” – che ricorre di frequente nelle contestazioni che mi sono mosse – è del tutto fuori luogo; piuttosto erano le studentesse che aspiravano alla borsa come mezzo per instaurare un rapporto più stretto con me». È quanto si legge nella memoria difensiva dell’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo. L’indagine nei suoi confronti è stata archiviata dal gip di Milano Guido Salvini, che ha accolto la proposta della procura. Eppure Bellomo, descritto dalla stampa come una sorta di persecutore maschilista e spietato, è stato destituito dal suo ruolo e la sua fulgida carriera stroncata a causa di accuse infamanti che appaiono sempre più evanescenti. È vero, il contratto sottoscritto dalle allieve, così come dagli allievi, che avevano il privilegio di frequentare la scuola “Diritto e Scienza” prevedeva a carico dei firmatari i doveri di “fedeltà e segretezza”. Tuttavia, essi vanno intesi come “espressione di obblighi canonici di un rapporto giuridico” nonché inseriti nell’ambito di comuni rapporti di collaborazione, mica di tipo sentimentale. Non erano poche le studentesse che desideravano frequentare il consigliere di Stato al di fuori degli orari di lezione, stando alla testimonianza di una ex allieva di Bellomo, C. G., la quale oggi è magistrato. Ella dice: «Notavo da parte di molte studentesse, ma tale circostanza mi veniva anche riferita da altri corsisti e corsiste, un atteggiamento di interesse e di infatuazione nei confronti del dottor Bellomo. Da parte di alcuni corsisti mi è stato riferito che in passato il dottor Bellomo aveva ricevuto diverse proposte di frequentazione da parte di ragazze che volevano avvicinarsi a lui. Durante le pause delle lezioni mi è capitato di vedere alcune studentesse che si avvicinavano al Consigliere mentre pranzava, durante la prima pausa dalle lezioni». E poi: «A me risulta che fossero le borsiste a manifestare un particolare interesse per il dottor Bellomo e non il contrario. Il dottor Bellomo tende a mantenere un atteggiamento di distacco nei confronti degli altri, sia che si tratti di borsisti, sia che si tratti di normali studenti. Per come l’ho conosciuto io come insegnante, non lo considero una persona emotiva, tutt’altro, molto neutrale e rispettoso dei suoi allievi». REVOCA DELLA BORSA DI STUDIO Allorché alla testimone, ritenuta della massima attendibilità, viene chiesto se Bellomo abbia mai prospettato la revoca della borsa di studio in caso di rifiuto di prestazioni sessuali, ella risponde: «No, non mi risulta. E mi pare che sia un’assurdità». «In generale c’era molta stima nei confronti del Consigliere e a mio avviso in alcuni casi si trasformava in infatuazione», riferisce M. F., una delle testimoni. Un’altra ex borsista, C. F., che rifiutò di firmare il contratto che conteneva indicazioni sul dress code, ha dichiarato: «Specificai al Consigliere che non me la sentivo a priori di impegnarmi ad indossare gonna di una determinata lunghezza piuttosto che un’altra, ma che preferivo decidere autonomamente cosa indossare. Non ho ricevuto pressioni né minacce per essere indotta a firmare. Preciso che non mi sono mai sentita costretta a tenere un determinato look. Ho ottenuto lo stesso la borsa di studio, pur non firmando il contratto». Dalle carte emerge che «molte ragazze erano invaghite di Bellomo» e che questi non ha mai sfruttato il fascino che sapeva di esercitare. Una delle presunte vittime dell’ex consigliere inviava alla sua collega foto di Bellomo tempestate di cuoricini, un’altra sospirava a lezione che lo avrebbe seguito per sempre. E poi ci sono le mail che le ragazze inviavano a Bellomo e che sono allegate agli atti. Si tratta, da un lato, di lettere, condite con esagerate lusinghe, il cui intento è quello di coinvolgere il docente in argomenti più personali ed intimi; dall’altro, di epistole da parte di soggetti che hanno frequentato il corso di magistratura e che esprimono gratitudine nei confronti di Bellomo per gli insegnamenti ricevuti. Francesco Bellomo è stato altresì tacciato di avere un atteggiamento ostile nei confronti del gentilsesso, eppure allorché alcuni studenti gli fecero presente che una delle allieve non meritava la borsa di studio in quanto aveva fatto alcune comparse televisive, il docente prese le sue difese e rassicurò l’aspirante magistrato spiegandole di averla valutata per le sue capacità giuridiche e che così avrebbe continuato a fare. Inoltre, la esortò a fregarsene delle critiche. Non mancavano le occasioni di dialogo tra docente e discenti su temi che esulano da quelli giuridici. Una testimone ha narrato che Bellomo le consigliò di «rimanere sola in vista di una prospettiva di carriera futura». Da un misogino ci si aspetterebbe semmai che inciti la fanciulla a rinunciare alla realizzazione professionale per dedicarsi solo al focolare. «Una suggestione ricorrente è che il contratto ed i suoi corollari patrocinerebbero una visione di subalternità della donna. È un equivoco grossolano: la divisione dei sessi è del tutto indifferente rispetto alle teorie enunciate, che hanno uno spiccato carattere di neutralità ed anzi confutano una visione della società patriarcale e maschilista. Conta l’individuo e non il genere», sottolinea Bellomo sempre nella sua memoria. L’ex consigliere spingeva le giovani a credere in loro stesse e a perseguire tenacemente il sogno di superare il concorso in magistratura. Il monito fondamentale è che a ciascuno di noi è data la possibilità di raggiungere qualsiasi obiettivo ci poniamo, purché lo desideriamo davvero e non siamo disposti a tirarci indietro davanti a sacrifici e rinunce.