ItaliaOggi, 26 ottobre 2019
I mammut si estinsero prima che arrivasse l’uomo
Consanguineità e eventi climatici estremi sono le ragioni dell’estinzione, all’incirca 4 mila anni fa, degli ultimi mammut. Rifugiatisi sull’isola russa di Wrangel, nell’Oceano Artico, a 143 chilometri a Nord della costa siberiana e a 500 chilometri a Nord del circolo polare artico, sono scomparsi prima che sull’isola arrivassero gli uomini avvenuta centinaia di anni dopo la loro sparizione. È sull’isola di Wrangel che sono state ritrovate le ossa degli ultimi mastodonti pelosi (Mammuthus primigenius). Grazie agli esami eseguiti su 77 scheletri risalenti a un periodo che va da 40 mila a 4 mila anni fa una équipe di ricercatori ha potuto ricavare le caratteristiche psicologiche e genetiche e dare una spiegazione alla loro brutale scomparsa. All’epoca, l’isola di Wrangel (7.600 chilometri quadrati) grande quanto la Corsica, era un grande ponte terrestre che collegava l’Alaska e la Siberia orientale. Quando si sciolsero le grandi calotte dei ghiacci del Nord dell’America il livello degli oceani si innalzò di oltre 100 metri, ricoprendo gran parte dell’area dove vivevano gli ultimi mammut, creando lo Stretto di Bering. È stato così che i mammut lanosi si sono ritrovati intrappolati e isolati dall’innalzamento delle acque.Alla fine dell’ultima era glaciale, all’incirca 15 mila anni fa, i mammut, fino ad allora presenti in tutta l’Europa, dalla Spagna alla Siberia, per sfuggire alla caccia dell’uomo hanno cominciato a rifugiarsi sempre più a Nord prima di scomparire completamente. I mammut che vivevano nelle isole dell’oceano Artico continuavano, invece, a prosperare. La tesi dei ricercatori finlandesi, tedeschi e russi, elaborata al termine delle loro analisi, è che gli ultimi mammut, quelli dell’isola di Wrangel, sono diventati sempre più fragili geneticamente anche per effetto della consanguineità e del deterioramento delle condizioni ambientali. In particolare, dell’acqua dolce in primo luogo, inquinata dalla presenza di residui tossici e metalli pesanti. Inoltre, ha spiegato a Le Figaro, Hervé Bocherens, dell’università di Tubinga, coautore dello studio pubblicato su Quaternary Science Review, piogge ghiacciate e inverni rigidi hanno ricoperto la terra di ghiaccio impedendo ai mammut di cibarsi.