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 2019  ottobre 26 Sabato calendario

Guerra in Siria, Facebook censura anche il Pd

Avviso. «La tua pagina è stata nascosta». E il profilo di Facebook dei giovani piemontesi del Pd, dal 23 ottobre, non si trova più. Temporaneamente oscurato.
Il motivo, secondo i responsabili del partito, sarebbe da ricondurre ai post in favore del popolo curdo pubblicati in seguito all’invasione della Siria da parte della Turchia. Dopo alcune sigle di estrema destra e dei centri sociali, che nelle scorse settimane avevano denunciato la presunta censura del social network di Mark Zuckerberg, la stessa sorte è toccata alla sinistra moderata.
«In data 23 ottobre la pagina dei Giovani democratici del Piemonte è stata oscurata da Facebook», hanno spiegato gli esponenti dei dem in una nota. «Nessuna spiegazione, nessun post incriminato. Abbiamo solo un bottone per appellarci, ma chissà come andrà a finire.
Non sappiamo che cosa potrebbe aver causato il ban. Se a qualcuno ha dato fastidio il nostro supporto al popolo curdo, se non è piaciuta la nostra richiesta di un intervento serio e immediato da parte del governo italiano e dell’Unione europea in Siria, se non è piaciuta la nostra volontà di non voltarci dall’altra parte di fronte alle disuguaglianze e alle ingiustizie che percorrono il mondo e nelle quali la nostra generazione è immersa».
«Noi, però, non abbiamo intenzione di cedere su nessuno di questi punti e non sarà un ban a fermarci», hanno aggiunto i Giovani democratici piemontesi. «Su tutte le nostre pagine noi continueremo a gridare per la libertà del popolo curdo, la libertà per il popolo siriano e per una nazione in cui i giovani siano trattati come persone e non come merce di scambio».
Una dei leader dei Gd piemontesi, Ludovica Cioria, ha confermato di non essere a conoscenza delle ragioni della sospensione della pagina. «Nessuno dei nostri post inneggiava alla guerra, anzi, chiedevamo il contrario, ma anche gli altri censurati mandavano messaggi chiari che non è giusto cancellare», ha detto Cioria a Repubblica Torino.
«Sinora Facebook non ci ha detto nemmeno perché ci abbia cancellato. Questa vicenda, però, dimostra una sola cosa: gli algoritmi non sanno distinguere chi invita a smettere di ammazzarsi da chi inneggia alla guerra, chi lotta per i diritti da chi li calpesta. Questo è assurdo e disumanizzante».
Sulla questione è intervenuto anche il segretario del Pd piemontese, Paolo Furia. «In questi casi non potrebbe essere più falso il motto di questi ultimi anni, se non sei sui social non esisti», ha sottolineato proprio su Facebook.
«Al contrario, la sospensione da Facebook dei Giovani democratici del Piemonte, molto sospetta, dimostra la loro vitalità, la loro intelligenza e la loro indipendenza. I nostri ragazzi hanno usato quella pagina per promuovere il loro congresso, per rilanciare sulle manifestazioni in favore dell’ambiente, per contestare la scelta turca di aggredire il popolo curdo».
Facebook, lo scorso settembre, aveva oscurato le pagine di alcuni movimenti di estrema destra e della sinistra radicale, tra i quali Radio Onda d’Urto, emittente vicina ai centri sociali. Un’azione denunciata anche dal segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso.
«È inaudito e inaccettabile», ha dichiarato al Manifesto. «Si vuole impedire di illuminare il dramma di un’intera popolazione aggredita. Questo episodio conferma la necessità di affrontare a livello europeo la regolamentazione della rete».