La Stampa, 27 ottobre 2019
I vescovi aprono ai preti sposati
VANITYXI vescovi aprono alla possibilità di ordinare preti sposati. Richiedono un ministero di «donna dirigente di comunità». E domandano al Papa, che ha subito accettato, di riconvocare la commissione sul diaconato femminile. Sono fra i principali risultati delle tre settimane di Sinodo per l’Amazzonia, convocato da Francesco – non senza polemiche e attacchi dei suoi oppositori – in Vaticano e terminato ieri con la votazione. La consultazione ha sancito il via libera dei 185 prelati ai 120 punti del «Documento finale»: tutti gli articoli hanno superato i necessari 2/3 dei consensi. Variegato il panorama dei temi: ecologiche e pastorali, ma anche culturali, sociali e politiche. Relative all’Amazzonia ma considerate anche con un valore «universale». Il Sinodo dei vescovi è un organo consultivo che ha il compito di consigliare il Papa. Ma è fuor di dubbio che il superamento del quorum di tutti i punti, anche i più discussi, indica che la Chiesa sta concretamente riflettendo sui cambiamenti in atto dentro e attorno il proprio «recinto». Come la maggiore «consapevolezza cristiana» dei problemi dell’ambiente e delle questioni ecologiche. Il calo, che sembra irreversibile, delle vocazioni. Il ruolo della donna ancora troppo marginale.I padri sinodali vogliono provare a non sfuggire più dalle complicazioni di situazioni concrete e specifiche. Come quelle della regione panamazzonica, dove «molte delle comunità ecclesiali hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucaristia», è scritto al punto più spinoso, il 111, che, come da previsioni, ha avuto il maggior numero di contrari, “non placet” (41, contro i 128 placet). A volte occorrono mesi, se non anni, prima che un prete possa tornare in una comunità per celebrare messa. Ecco, i padri sinodali si sono esposti: apprezzano «il celibato come dono nella misura in cui questo dono permette al sacerdote di dedicarsi pienamente al servizio del popolo di Dio». Riconoscono che il celibato «non è richiesto dalla natura stessa del sacerdozio, anche se possiede molteplici ragioni di convenienza». E propongono «di stabilire criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, che abbiano un diaconato permanente e ricevano una formazione adeguata». Potranno avere una famiglia «legittimamente costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica». Con un’aggiunta finale: alcuni vescovi «si sono espressi a favore di un approccio universale all’argomento». Sono le parole che scolpiscono il grande incubo dei circoli cattolici ultra conservatori: i preti sposati in Amazzonia che diventano il grimaldello con cui spalancare le porte ai preti sposati in tutto il mondo. In queste settimane la galassia tradizionalista si è schierata apertamente contro questo Sinodo, scendendo in campo con lettere pubbliche, interviste e dichiarazioni. Con moniti e avvisaglie di scissione nel caso si mettessero in discussione aspetti della dottrina ritenuti irriformabili. Tra i protagonisti della «crociata» – che ha come luogo di origine gli Stati Uniti – i cardinali Raymond Leo Burke, Gerhard Ludwig Mueller e Walter Brandmüller, e il vescovo Athanasius Schneider. E non sono mancati neanche colpi di scena pittoreschi, come il furto di statuette raffiguranti una donna incinta dai tratti indigeni (la «Pachamama») e il loro lancio nel Tevere. Le sculture in legno sono state additate da blog e siti conservatori, in aperta campagna mediatica contro Bergoglio, come «simboli pagani»: da qui, esultanze e approvazioni per il blitz («giustizia è fatta»).
Questione femminile
Un altro articolo che ha il sapore della vittoria per i promotori del Sinodo è il 103, in cui viene sottolineato «il ruolo fondamentale delle religiose e delle laiche nella Chiesa amazzonica e nelle sue comunità». Perciò viene sollecitato «il diaconato permanente per le donne». Già nel 2016 papa Francesco aveva creato una «Commissione di studio sul diaconato delle donne» che è arrivata a un risultato parziale. E poi i lavori si erano interrotti. Ora «vorremmo condividere le nostre esperienze e riflessioni con la Commissione e attenderne i risultati». Proposta subito accolta da Bergoglio, che ha già preannunciato la riconvocazione.
L’articolo 102 si concentra sulle «donne vittime di violenza fisica, morale e religiosa, femminicidio compreso». E poi, nei «nuovi contesti in Amazzonia, dove la maggior parte delle comunità cattoliche sono guidate da donne», invita a «creare il ministero istituito di “donna dirigente di comunità"». Un’altra potenziale svolta storica.