Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 26 Sabato calendario

Ritratto di Alessia Morani

Pesarese, 43 anni, eletta nel 2013 grazie al Porcellum, avvocato, dunque, per volontà di Renzi, Responsabile Giustizia del Pd, indi vicecapogruppo Pd alla Camera, dove è rieletta nel 2018 (e ti credo: era capolista nel collegio proporzionale Marche Nord), Alessia Morani è sottosegretaria allo Sviluppo Economico.
La filologia di Twitter rivela tutto: nel 2012, sotto primarie poi vinte da Bersani, Morani era bersaniana (“Sui contenuti Bersani non si batte… non si batte proprio!”, punteggiatura originale), anche perché Bersani l’aveva candidata. Da deputata portò in dote, per la gioia dei notisti politici, il vistoso tatuaggio sul collo del piede e una presentazione a metà tra Nilde Iotti e fashion blogger: “Deputata PD, avvocato, tifosa del Milan… tranquilli non ho altri difetti”).
Al tempo era ferocemente antirenziana (“#nervosettoilcandidatogiovanenuovo”), fino al rifiuto acustico: “Renzi in diretta adesso su Radio Subasio #gentechenonnepuòpiùdisentirlovunque”. Poi, con le dimissioni di Bersani, la conversione a groupie di Matteo: “Pensatela come vi pare ma @matteorenzi è un fuoriclasse assoluto”, “Con te @matteorenzi sempre. Anzi, sempre di più. La verità arriva… Andiamo avanti a testa alta, senza paura”.
“Chiedetemi di Giustizia”, incitava chi ne contestasse le uscite nei talk show, occupati con pugnace determinazione e destrezza comunicativa renzianamente intesa. Un suo intervento a Ballarò nel 2014 merita la citazione: “Abbiamo passato un anno incredibile e lo dice una parlamentare arrivata per la prima volta a marzo che quest’anno ne ha viste di tutti i colori perché abbiamo passato un anno tremendo, soprattutto lo hanno passato gli italiani, perché purtroppo quelli che stanno pagando tutto quello di cui ho parlato prima sono gli italiani, non è qualcun altro, abbiamo passato un anno incredibile, io credo che questo anno incredibile bisogna metterci un punto e il Partito Democratico di Renzi vuole mettere un punto a questa prassi di incertezza, di confusione, di sfiducia… Il timing che abbiamo dato, serrato, che qualcuno lo vive in maniera se volete anche sbagliata pensando che questo nostro pressing sulla maggioranza possa essere un pressing che voglia metterla in difficoltà è tutto il contrario”.
Da cultrice del merito, stigmatizzava i curriculum dei grillini: “Non è un ufficio del lavoro, il Parlamento, evidentemente chi è a reddito zero non è che nella vita precedente abbia combinato granché!”, proprio come Berlusconi. Del resto, il sito Openpolis riporta che il suo reddito passò dai 47.608 del 2013 agli 80.891 del 2014.
Sotto referendum, al grido di battaglia della capo-quote-rosa Maria Elena Boschi (“I veri partigiani, quelli che hanno combattuto, votano Sì”), Morani denunciò che Anpi e Forza Nuova dividevano la stessa piazza per il No alla Costituzione fiorentina: argomento debole, come s’è visto, laddove il dato era che quella riforma faceva schifo pure ai fascisti. L’infilata di successi comunicativi di Morani in quel 2016 è vertiginosa; il picco, quando a Quinta colonna consigliò agli anziani di ipotecarsi casa per arrotondare la pensione.
Dall’opposizione, dove secondo Renzi gli elettori avevano voluto mandare il Pd votando altri partiti, Morani ha prodotto forti tweet di denuncia: famoso quello con selfie in primissimo piano con naso gocciolante: “Nonostante il raffreddore sono ancora in Commissione a discutere gli emendamenti al disegno di legge su corruzione e prescrizione”, col che si attirò gli auguri di pronta guarigione di metalmeccanici e pendolari che erano al lavoro dalle 5 del mattino e con l’occasione la ringraziavano per il Jobs Act.
Struggenti i video “in tandem” con Anna Ascani per denunciare i tagli ai fondi per le periferie stabiliti dal decreto milleproporoghe, incidentalmente votato dal Pd. In uno di questi capolavori da cinema sovietico, le due apparivano con la fonte di luce accuratamente alle spalle, sottoesposte in volto tipo Anonima Sequestri, in un interno giorno che doveva essere l’angolo cottura di una delle due. In un altro, più intimista, con fonte di luce da davanti (una chiara citazione da The Blair witch project), Morani sostituiva Ascani con Alessia Rotta e tale Franco Vazio (forse intercettato e scritturato al volo sulla soglia del Nazareno) per l’indimenticata battaglia: “Chi ha pagato la cena di Salvini alla sagra della porchetta di Ariccia?”.
Giorni fa ha inferto una stilettata al sovranismo: “Ma se i tortellini con il pollo snaturano la nostra identità, il vino analcolico mostrato qui da #Zaia che effetto ha? Sono curiosa di sapere cosa ne pensa #Salvini”. Poi, per non lasciare la destra alla destra, s’è detta contraria allo ius culturae, “con la convinzione di interpretare il ‘sentiment’ della maggioranza delle persone”.
Ignote le competenze economiche; ma forse lo sviluppo, cui è preposta, necessita di soft skills. Grande comunicatrice per osmosi o meglio trasudo renzista, sfornatrice di spassosi calembour (Salvini è “Capitan Attack” per il suo attaccamento alla poltrona, pensate che peperina), Morani non ha seguito Renzi (“Il Pd è casa mia”), ma ha postato un’autobiografia sul sito di Riparte il futuro (uno dei diabolici marchingegni di Renzi) che dice: “Le persone che hanno cambiato la mia vita. La mia prof.ssa di italiano e latino del liceo, Licia Cecchini – tra l’altro non credo di averglelo (sic, ndr) mai detto!”. Speriamo la prof la legga. Un anno fa scolpì granitica: “Leggo di appelli al #Pd finalizzati ad una alleanza con il #M5s. Con il risultato elettorale che abbiamo avuto gli elettori ci hanno detto chiaramente che non vogliono vederci di nuovo al governo. Per rispetto della democrazia gli appelli fateli ai vincitori #senzadime”. Dal che si deduce che se si avesse più rispetto della democrazia oggi non avremmo Alessia Morani al governo.