Il Sole 24 Ore, 26 ottobre 2019
Deutsche Bank, sconto Bce sul piano
Il colosso tedesco Deutsche bank del futuro sarà più piccolo, meno esposto ai rischi e alla volatilità del mercato, con attività ponderate per il rischio ridimensionate. I bacini di liquidità saranno decisamente rafforzati. Dunque ha mire ambiziose: migliorare la classificazione di G-SIB per calcolare i requisiti patrimoniali, dal 2% all’1,5% (già a novembre si dovrebbe sapere), ma soprattutto poter contare sul concreto benestare dell’autorità di vigilanza SSM per l’uso di parte del buffer sul CET1 (capitale di qualità primaria) per attutire il colpo della ristrutturazione in corso senza aumento di capitale. Già i requisiti Pillar 2 di DB sono tra i più alti in Europa, il CET1 tra i più elevati tra banche comparabili.
Secondo voci di mercato, non confermate, dovrebbe essere arrivata in questi giorni a Deutsche la lettera Srep che sembra guardare con occhio benevolo la ristrutturazione annunciata dal ceo Christian Sewing lo scorso 8 luglio. L’SSM conosce bene il piano perché la banca lo ha discusso e concordato con la vigilanza e se non fosse stato fattibile sarebbe stato bocciato sul nascere: invece è stato approvato e, per questo motivo, i requisiti di capitale potrebbero darlo per già attuato. DB ha già annunciato, ai supervisori e al mercato, che il CET1 potrebbe scendere fino a un massimo del 12,5% dal 13,4% del giugno 2019, rispetto all’11,81% indicato nel processo di revisione e valutazione prudenziale Srep 2019 (Supervisory Review and Evaluation Process) e al 13% inizialmente concordato con Bce.
L’ambizione è di casa in Deutsche bank. Il colosso con un bilancio da circa 1.300 miliardi di asset totali, che viaggia in Borsa a 7,11 euro lentamente risalendo dal minimo storico in Borsa di 5,79 euro toccato il 3 giugno scorso ma lontanissima dai 17 euro di due anni fa, intende centrare tutti gli obiettivi del piano. Il fiato sul collo dell’SSM lo avrà, ma lo Srep 2020 dovrebbe consentire quei margini necessari alla ristrutturazione più grande nei 150 anni di storia della banca.
Il piano, che nel secondo trimestre ha portato a una perdita netta di 3,5 miliardi e un primo taglio del CET1 dal 13,7% al 13,4%, deve andare avanti realizzando quanto promesso nella tabella di marcia verificabile costantemente dalla vigilanza, dove la riduzione dei RWA anno su anno che libera capitale deve riuscire a controbilanciare altro capitale che viene invece assorbito: progressi sul Piano sono attesi nel terzo trimestre (risultati annunciati il 30 settembre).
Quel che DB deve dimostrare alla vigilanza, avendo già annunciato che non distribuirà dividendi nel 2019 e 2020, è una banca meno rischiosa per via di interventi realizzati o in corso: sbarazzarsi delle attività più rischiose o meno redditizie tramite la Cru (Capital release unit che non è bad bank e non off-balance sheet) dove confluiscono performing assets Level1, Level2 e Level3 “non strategici” in via di cessione o smantellamento pari ad attività ponderate per il rischio per 74 miliardi (Rwa) e pari a 288 miliardi di esposizione leverage; market sensitive business in calo dal 55% al 30%; 240 miliardi di liquidity (contro i 65 del 2007) titoli cuscinetto Tlac per 120 miliardi, bilancio sgonfiato al 2022 da 1.300 a 1000 miliardi di attività totali, riduzione dei costi a 17 miliardi, taglio del personale di 18mila unità, Var più che dimezzato.