Corriere della Sera, 25 ottobre 2019
Sull’esordio europeo di Sebastiano Esposito
La meglio Eurogioventù nerazzurra ha un titolo da film e un futuro da Oscar. Sebastiano Esposito da Castellamare di Stabia è un ragazzo come gli altri solo perché gioca ancora alla PlayStation e adora la pizza. Per il resto di ordinario nella sua vita non c’è quasi più nulla, almeno non dopo l’esordio da record in Champions League contro il Borussia Dortmund. Con i suoi 17 anni e 113 giorni è l’interista più giovane ad aver mai giocato nella nuova coppa, da quando si chiama così. Un esordio nel segno dello «Zio» Beppe Bergomi, unico più precoce a esordire con l’Inter in Coppa dei Campioni, all’età di 17 anni e 71 giorni.
Esposito non è un millennian, tecnicamente fa parte della «Generazione Z» (i nati dopo il 2000), in pratica è il futuro dell’Inter. I 32 minuti contro il Borussia, il primo stop alla Cassano e il rigore guadagnato hanno strappato applausi a San Siro. Antonio Conte non ha mai avuto dubbi. «Sarei stato un folle se non mi fossi fidato di un ragazzo così. Ho piena fiducia, è importante per l’Inter, ma deve volare basso. Mi è dispiaciuto non averlo potuto mandare al Mondiale».
Esposito doveva essere in Brasile con la Nazionale Under 17, è stato trattenuto a Milano dall’infortunio di Alexis Sanchez. Non ha sciupato la grande occasione. Catechizzato da Conte prima di entrare: «Fai vedere quel che sai. Corri e difendi. Attacca col talento», il consiglio dell’ex c.t..
«All’inizio ero abbastanza emozionato, è il sogno di chiunque giocare in Champions. Il mister chiede a tutti di dare il massimo. L’esultanza prima di calciare il penalty? Vero, non si fa», ha raccontato emozionato Esposito che in Europa League aveva esordito a marzo contro l’Eintracht.
Per il baby nerazzurro però il momento più toccante è stato nel garage del Meazza con il 19 enne fratello Salvatore, ex delle giovanili dell’Inter e oggi centrocampista del Chievo. «Vita mia», si sono detti stretti in un abbraccio. Il resto della famiglia, papà Agostino, mamma Flavia, la sorella più grande Annamaria e l’altro fratello 14 enne Francesco Pio (anche lui dell’Inter), era nella casa di Brescia per scaramanzia. Tante volte erano venuti a San Siro per vederlo, Esposito però non era mai entrato.
Il dopo partita è stato un diluvio di complimenti per Esposito. Ancora senza patente né fidanzata, iscritto al Liceo sportivo, con una fede forte in Dio e in Padre Pio, con altri due fratelli calciatori (lo era anche papà) e con un posto letto nel convitto, insieme agli altri ragazzi delle giovanili nerazzurre. Danilo D’Ambrosio gli fa da chioccia in prima squadra. «Ama il tuo sogno, anche se ti tormenta», è la frase del vate Gabriele D’Annunzio, tatuata sul braccio di Esposito. Fabio Capello gli ha consigliato: «Non fare come Zaniolo». Piedi per terra insomma. Nonostante abbia addosso gli occhi di mezza Europa, tra cui quelli ammalianti del Psg, il ragazzo con un contratto da 100 mila euro a stagione fino al 2022 è sbocciato nel giardino interista, dove rimane ben piantato.