ItaliaOggi, 24 ottobre 2019
Diritto & Rovescio
Paola Pisano, già assessore grillina alla Smart City della giunta Appendino (Comune di Torino), è diventata, in base al sostegno di Di Maio, ministro per l’innovazione nel governo Conte II. Sulle sue spalle quindi grava l’onere (e l’onore) di digitalizzare l’intero Paese a partire dalla pubblica amministrazione. Era questo, il suo compito, anche a Torino da dove è fuggita braccata da molti altri grillini che non la sopportavano. Il Fatto quotidiano (che è un quotidiano che da sempre sostiene i pentastellati) ha detto che la digitalizzazione dell’Anagrafe di Torino voluta dalla Pisano si è conclusa in un disastro: «Caos completo», scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio, «le code per avere un documento cominciano dalle 4 del mattino, tempi biblici (fino a 4 mesi) anche per la carta di identità». Se la Pisano applica lo stesso metodo per digitalizzare l’Italia, siamo fritti. E pensare che Renzi aveva nominato, per questo compito, il vicepresidente di Amazon, Diego Piacentini, che, quando Renzi se ne andò, fu subito pregato di togliere il disturbo anche se lui è un’assoluta autorità internazionale nelle mega digitalizzazioni.