Il Sole 24 Ore, 23 ottobre 2019
Biografia di Isabel Schnabel (Bce)
Non è proprio una colomba nel senso stretto del termine in uso negli ambienti dei banchieri centrali. Tuttavia Isabel Schnabel, economista e dal 2014 membro del prestigioso Consiglio degli esperti economici del governo tedesco, sicuramente non è un falco con gli artigli affilati come quelli di Sabine Lautenschläger che si è dimessa a sorpresa lo scorso 25 settembre dal suo incarico di membro del Comitato esecutivo della Bce, in disaccordo da tempo con la linea ampiamente accomodante di Mario Draghi e da ultimo con il maxi-pacchetto di misure di stimolo varato il 12 settembre fortemente voluto dal presidente. Isabel Schnabel, 48 anni esperta di mercati finanziari e banche, spiccatamente europeista, è stata indicata ieri candidata prescelta dal ministro delle Finanze socialdemocratico Olaf Scholz,in accordo con i partiti partner di governo Cdu e Csu, per prendere il posto nel Board vacante dal primo novembre dopo l’uscita di Lautenschläger.
Schnabel sarà proposta ufficialmente oggi, stando alle anticipazioni, per la posizione in Bce che va ricoperta, per una regola non scritta, dalla Germania. Il Comitato esecutivo è composto da sei membri di cui quattro spettano ai grandi Pil dell’Eurozona: Christine Lagarde per la Francia al posto di Mario Draghi, il vice presidente Luis de Guindos per la Spagna, in arrivo Fabio Panetta al posto del francese Benoît Georges Cœuré e Schnabel dunque per la Germania.
Isabel Schnabel, professoressa che insegna finanza all’Università di Bonn dal 2015 oltreché di recente divenuta membro del nuovo Comitato di esperti economici franco-tedeschi, si è distinta in Germania proprio di questi tempi per aver preso pubblicamente le distanze dall’ondata di critiche feroci rivolte contro la Bce dopo il varo dell’ultimo «pacchetto Draghi». In un’intervista a «Handelsblatt», Schnabel ha criticato aspramente politici, economisti e giornalisti in Germania che fanno della Bce un capro espiatorio e che accusano la banca centrale europea di distruggere il risparmio dei tedeschi: atteggiamenti che ricordano quanto accaduto nel Regno Unito e che poi hanno portato a Brexit. E in quanto alla Germania, farebbe meglio a non lasciare la Bce da sola. Ma nello specifico, Schnabel non è una colomba a tutti gli effetti. Pur dando il taglio del tasso sui depositi a -0,50% per scontato, l’economista esperta di banche – impegnata a trovare una soluzione all’esposizione eccessiva al rischio sovrano – non condivide la tempistica del QE2 al via il primo novembre al ritmo mensile di 20 miliardi. Il punto è però un altro. I dibattiti all’interno del Consiglio direttivo sono all’ordine del giorno e la pluralità di opinioni in Bce non solo non è una novità ma è benvenuta: altra cosa è uscire dalla Banca sbattendo la porta, come Lautenschläger e prima di lei il capo economista tedesco Jurgen Stark nel 2011. Dalla Schnabel, questo la Germania non se lo aspetta: e solo per questo, in vista di Christine Lagarde, la scelta di Berlino è più da colomba che da falco.