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 2019  ottobre 22 Martedì calendario

QUANDO UNA CAMERIERA SI INFILÒ NEL LETTO DI GIORGIO AMENDOLA, E LUI SI CHIESE: ERA UNA SPIA? - IL NUOVO LIBRO DI MIRELLA SERRI, CHE SARÀ PRESENTATO AL MUSEO EBRAICO IL 28 OTTOBRE, RACCONTA LE VITE DEI GIOVANI CHE SI RIBELLARONO A MUSSOLINI ANCOR PRIMA DELLA SUA ASCESA AL POTERE - AMENDOLA A BERLINO ERA IN UN LOCALE, AFFOLLATO DA ''EBREI E COMUNISTI'' (GOEBBELS DIXIT), DOVE AVVENENTI RAGAZZE DALLE SPALLE SCOPERTE E L'INTELLIGHENZIA RADICALE ASCOLTAVANO ''LA MUSICA DEI NEGRI''… -

Estratto dal libro di Mirella Serri, “Gli irriducibili. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini”, edito da Longanesi, che sarà presentato lunedì 28 ottobre al Museo Ebraico di Roma (Via Catalana/Largo XVI ottobre)

AMENDOLA IL COSPIRATORE TRASGRESSIVO  BERLINO 1931

Amendola, dopo aver perso di vista il velenoso corteo dei reduci di guerra e di membri delle SA che sventolava bandiere rosse e nere con croci e aquile, decise che per qualche ora avrebbe messo da parte ogni preoccupazione. La sua prima meta a Berlino fu il Romanisches Cafe´, dove due fanciulle dagli occhi pesantemente bistrati e in smoking di lame´ rosso lo scortarono a un tavolo. Un giovanotto, con indosso un logoro abito da sera, batteva malinconico sui tasti di un pianoforte, due poliziotti sostavano fuori dalla porta.

Si temevano risse e incursioni dei nazisti. Il locale di recente era stato al centro del pubblico dibattito: era stato messo sotto accusa da Joseph Goebbels, futuro ministro della Propaganda nazista, che lo aveva definito un luogo infrequentabile e malsano, affollato da « ebrei e comunisti », dove avvenenti ragazze dalle spalle scoperte e l’intellighenzia radicale ascoltavano la musica dei « negri ». Giorgio, dopo aver consumato uno schnaps e una bistecca, trasloco` in un altro « fumoso cabaret, regno dei travestiti dal volto di gesso ».

Avevano un « trucco violento », « occhi pesti e ciglia blu, guance vermiglie e bocche in tinta spalancate e sguardi ammiccanti». Era attirato dalla prospettiva di una compagnia femminile. Assomigliava a suo padre, Giovanni Amendola che quando faceva campagna nel suo collegio elettorale nel salernitano, collezionava un bel numero di cuori infranti. Stanco per il viaggio e per la giornata che gli aveva riservato molte sorprese, Giorgio si convinse però che era bene non violare alcuna norma cospirativa e ritirarsi da solo nell’hotel. E si ficcò subito sotto le coperte. Non si aspettava di sentir bussare alla porta.

Si presentò « una giovanissima e bella cameriera che, senza essere stata invitata, si tolse la vestaglia ed entrò tutta nuda nel letto. Non seppi opporre un rifiuto alla focosa e intraprendente ragazza che la mattina seguente accolse con gratitudine i pochi marchi che nemmeno mi aveva chiesto ». Amendola dopo averla salutata si pentì di avere infranto le regole della clandestinità. Era più forte di lui, non riusciva a essere rispettoso della disciplina di partito. E per questo era stato pesantemente criticato e rimbrottato.

Rientrando a Parigi dopo una missione in Italia, non molto tempo prima del viaggio a Berlino, aveva trovato ad attenderlo oltre all’amministratore del Partito, pure Togliatti che, indispettito, sorseggiava un caffè senza zucchero. Altrettanto amari furono i rimproveri per il fatto che sul treno Como-Zurigo « avevo preso un biglietto di seconda classe » e non « uno di terza classe ». « Il passaporto ti indica come studente », commento` acidamente il compagno Ercoli, « un universitario viaggia abitualmente in terza classe. »

Togliatti continuò anche in altre riunioni a rimbrottarlo per le abitudini spendaccione. Non era comunque l’unico attivista a trasgredire: nelle note spese dei compagni in trasferta non mancavano le parti comiche: «L’uomo non é di legno, scrisse un compagno per giustificare la visita in un bordello», racconta Giorgio, « e fu aspramente criticato per l’evidente errore cospirativo, dal momento che i casini erano molto sorvegliati ». Ripensando all’avventura della sera precedente, comunque Amendola alla fine decise di fidarsi del suo intuito. La ragazzina che si era infilata sotto le coperte non era una spia”.