ItaliaOggi, 22 ottobre 2019
La sfida dell’agroindustria ai dazi: uno stabilimento ultratecnologico per l’export dei brik di pomodoro
L’agroalimentare italiano è sotto pressione per i dazi Usa già in vigore e per quelli minacciati. Ma Confcooperative lancia il cuore oltre l’ostacolo e coi marchi Cirio e Valfrutta accetta la sfida dell’export. Ha investito 7 milioni di euro in un moderno impianto a Ravarino (Modena) per prodotti a base di pomodoro, 55 milioni di confezioni l’anno di polpa e passata. Spiega Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, il ramo Confcoop di cui fanno parte i due brand: «Vogliamo premere l’acceleratore sull’export, vincendo le incertezze che si registrano su molti mercati. Il made in Italy deve reagire. I brik che usciranno da questo nuovo impianto (12mila pezzi all’ora) andranno in gran parte oltre confine, in particolare la produzione di pomodoro bio si sta quadruplicando, da 3 mila a 12 mila tonnellate, spinta dalla domanda dei mercati internazionali, in particolare del Centro e Nord Europa. Abbiamo dedicato grande attenzione agli aspetti green, il raffreddamento dei brik avviene mediante un circuito chiuso di acqua raffreddata con pompe automatizzate che permettono il massimo contenimento dei consumi elettrici e un risparmio idrico del 90% rispetto ai sistemi tradizionali».Sono 270 (tra fissi e stagionali) i dipendenti che lavorano nello stabilimento, che ha anche linee produttive per ceci e legumi. Conserve Italia è un gigante dell’ortofrutta con un fatturato che si avvicina al miliardo di euro, si tratta di una di quelle realtà vivaci dell’ italian food per lo più sconosciuta al grande pubblico, mentre i consumatori conoscono le griffe dei suoi prodotti, oltre a Cirio e Valfrutta vi sono tra gli altri Yoga, Derby, Jolly Colombani. Associa 14 mila agricoltori e lavora 600 mila tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, due in Francia e uno in Spagna.