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 2019  ottobre 22 Martedì calendario

La Sardegna invoca l’autonomia anche sull’acqua

Acqua azzurra. Acqua sarda. «È l’inizio di un cammino per il riconoscimento di una potestà primaria fissata dallo Statuto». Fiumi, laghi, corsi d’acqua, zone umide, stagni, paludi: la giunta di centrodestra del governatore della Sardegna, Christian Solinas, ha avviato la procedura per la gestione dei poteri nel campo delle acque di superficie, sinora di competenza dello Stato.L’obiettivo dell’esecutivo è trasferire alla Regione la proprietà delle acque pubbliche presenti sul territorio regionale e le concessioni di derivazione idrica. L’iter è stato avviato con uno schema di decreto legislativo, denominato «Norme di attuazione dello Statuto in materia di acque pubbliche», il cui testo sarà trasmesso alla Commissione paritetica stato-regione, che dovrà approvarlo dando efficacia alle norme.
«È una forte affermazione della nostra autonomia regionale», ha spiegato Solinas, eletto lo scorso febbraio con una coalizione a trazione leghista e sardista. «Con questo schema di decreto legislativo contenente le norme di attuazione dello Statuto in materia di acque abbiamo posto le basi perché lo Stato ci riconosca la nostra specialità in questo settore strategico». «L’approvazione dello schema da parte della giunta», ha aggiunto il governatore, «consente di avviare l’iter per la valorizzazione e l’inquadramento come norma di legge della specialità della Sardegna in materia di acque di superficie, ratificando il passaggio della proprietà e trasferendo anche competenze e poteri dallo Stato alla Regione.
Abbiamo compiuto un primo passo importantissimo che porterà la Sardegna ad appropriarsi del controllo di un bene come l’acqua». La Regione, fatta eccezione per il demanio marittimo, potrà esercitare tutte le competenze relative al rilascio dei titoli concessori e autorizzatori per l’uso delle acque pubbliche, la polizia idraulica e la difesa delle acque dall’inquinamento. E sarà sempre la Regione a tenere l’elenco di tutte le acque pubbliche e perseguire la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità ambientale attraverso un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.
Solinas, nella procedura legislativa, è stato affiancato dall’assessore ai Lavori pubblici, Roberto Frongia. «Abbiamo il dovere di pensare a politiche di sviluppo sostenibili, anche in chiave di razionalizzazione e risparmio idrico», ha detto Frongia a SardiniaPost. «Per fare questo, in autonomia ma con lungimiranza, dobbiamo avere la possibilità di decidere come utilizzare la risorsa idrica superficiale, che per un’isola come la Sardegna è preziosa. Le norme di attuazione dello Statuto rappresentano il passo decisivo per l’autonomia della Regione Sardegna in questo campo».
Attraverso le norme di attuazione dello Statuto, che diventano disposizioni legislative emanate dal governo nazionale su proposta della Commissione paritetica, una volta sentito il parere del consiglio regionale verranno trasferite le competenze dallo Stato alla Regione. E la Sardegna, a quel punto, sarà autonoma anche nella gestione dell’acqua.