https://www.lettera43.it/il-mago-di-oz-film-curiosita/, 22 ottobre 2019
Le 20 curiosità sul film de "Il Mago di Oz"
La star Judy Garland torna al cinema. Lo fa a 50 anni dalla sua scomparsa. Grazie alla pellicola a lei dedicata, Judy, pronta a essere proiettata alla Festa del cinema di Roma i prossimi 22 e 24 ottobre. L’esistenza della poliedrica attrice statunitense, che ha dato un volto alla Dorothy Gale de Il Mago di Oz, viene interpretata da Renée Zellweger, in un film che ne ripercorre le tappe sulla strada della celebrità. Dal precoce successo, agli aspetti controversi di una vita sotto i riflettori. Ma il racconto del volto che ha fatto la storia del cinema si riallaccia a un anniversario importante: le 80 candeline de Il Mago di Oz, uscito per la prima volta nelle sale nel 1939. Ecco alcune curiosità su una pellicola che resta intramontabile.
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IL CORSETTO PER ELIMINARE LE CURVE
Judy all’epoca delle riprese aveva 17 anni. Era nel pieno dell’adolescenza e il suo corpo era in fiore. Ma doveva interpretare una bambina di soli 12 anni. Così, gli sceneggiatori aggirarono il problema facendole indossare un bustino stretto che nascondesse le sue forme sinuose e le restituisse il corpicino innocente di Dorothy.
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OZ COME ALLEGORIA DELLA SOCIETÀ AMERICANA
C’è chi nel film, tratto dal libro di Lyman Frank Baum, ha intravisto l’allegoria della politica monetaria statunitense. La via di mattoni gialli rappresenterebbe il Gold Standard, in un’epoca in cui si discuteva del sistema bimetallico (affiancare l’argento all’oro), per risolvere la crisi deflazionistica. Ma nel film si nasconderebbe anche la rappresentazione della società americana, dove c’è la tipica cittadina del Midwest, che incontra uno spaventapasseri senza cervello (l’agricoltore). Completano il quadretto un leone senza coraggio (rimando alla classe politica) e un uomo di latta privato del cuore (gli industriali).
NEI DIFFICILI PANNI DEL LEONE
Il costume del leone non era nulla di improvvisato, anzi. Era fatto di pelle di vero animale, pesava 45 chili e costringeva Lahr a recitare sudando costantemente. Il vestito finì per essere odiato da tutti. Oltre a puzzare, due addetti, ogni giorno, avevano il duro compito di lavarlo e ad asciugarlo.
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IL FLIRT MANCATO
Nelle originarie intenzioni degli sceneggiatori, la piccola Dorothy avrebbe dovuto amoreggiare con Hunk lo Spaventapasseri (interpretato da Ray Bolger). Ma l’idea non fu mai realizzata. Il regista infatti si oppose a qualsiasi tipo di intreccio amoroso, ricordando a tutti che Judy, nel film, era pur sempre una bambina di 12 anni appena.
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UNA STORIA COSTOSA
Il romanzo dovette colpire molto i vertici della compagnia di cineproduzione Metro-Goldwym-Mayer. Pur di ottenere il permesso dell’autore a usare la storia, furono disposi a sborsare l’esorbitante cifra di 75.000 dollari per i diritti per l’opera. Cifre che oggi non fanno alcun effetto, ma che di certo erano spropositate per l’epoca.
LO SCRITTORE BAUM ERA UN RAZZISTA
Benché abbia scritto uno dei libri per bambini più celebri al mondo, lo scrittore Lyman Frank Baum non era esattamente un’anima sensibile e delicata. Dopo il massacro di Wounded Knee, in cui nel 1890 furono sterminati almeno 300 indigeni della tribù dei Lakota, scrisse un editoriale in cui si augurava che il governo degli Stati Uniti si adoperasse per farli sparire tutti dalla faccia della terra.
IL MAGO DI OZ E VIA COL VENTO GIRATI IN CONTEMPORANEA
Il regista Victor Fleming, a cui fu affidata la direzione della pellicola, dovette allontanarsi spesso dal set. Per motivi legati al lavoro. Fleming è infatti anche il regista di Via col vento, uscito lo stesso anno. Il 1939 sancì dunque per lui l’approdo sulla scena internazionale, grazie a due film che restano ancora oggi indimenticabili.
2.300 PAILLETTES ROSSE AI PIEDI DI DOROTHY
Le scarpette rubino che la Garland indossava nelle sue escursioni in lungo e in largo per il regno di Oz erano opera di Adrian. Il celebre costumista che ha influenzato la moda contemporanea usò 2.300 paillettes rosso vivo. Le scarpe che Dorothy doveva indossare erano sì fashion, ma dolorose. Tanto che la giovane star le sostituì ben presto.
UN RESTAURO DA 300MILA DOLLARI
Sempre riguardo alle celebri scarpette: il Museo Nazionale di Storia Americana dello Smithsonian Institution di Washington, nel 2016, lanciò una raccolta fondi per restaurarle. In pochi giorni sono stati raggiunti i 300mila dollari necessari, ottenuti grazie a donazioni da 41 Paesi.
UN VESTITO CHE VALE UNA FORTUNA
Un collezionista ha speso 1,46 milioni di euro per comprare in un’asta a New York il vestito di Dorothy. Nella stessa occasione è stato acquistato anche un vestito di Marylin Monroe. Per cui però è stato sborsato molto meno: “solo” 398mila euro.
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