Corriere della Sera, 29 gennaio 2019
Su "Le signorine" di Gianni Clementi
Due signorine tanto per bene. Si fa per dire: Isa Danieli e Giuliana De Sio impersonano due sorelle zitelle, entrambe claudicanti per via della poliomielite, abbrutite, incattivite e arrabbiate con la vita e con il mondo. Si intitola «Le signorine» il testo di Gianni Clemente in scena da mercoledì 30 all’Ambra Jovinelli con la regia di Pierpaolo Sepe. Rosaria e Addolorata, due nomi che sono già un destino segnato, vivono nella caotica Napoli di oggi, dove gestiscono una piccola storica merceria in un vicolo, assediate da empori cinesi e fast food mediorientali. E non solo devono vedersela con una concorrenza esterna che morde, ma soprattutto con una convivenza da brividi: tra loro un continuo battibecco, uno scoppiettante scambio di accuse reciproche.
De Sio: «Una guerra fra due donne»
«È una guerra — esordisce De Sio parlando del ruolo di Addolorata — uno scontro tra due donne che sono in perenne litigio su tutto e che, naturalmente, fanno molto ridere il pubblico. Da tempo volevo fare uno spettacolo comico: questo mi è scoppiato in mano come una bomba». In che senso? «Avevo letto la pièce di Gianni, che era scritta in romano. Mi ha subito divertito, mi ha fatto ridere, cosa piuttosto rara, e ho deciso di tradurla in napoletano, per darle, a mio avviso, una forza maggiore. E al mio fianco ho voluto Isa».
De Sio-Danieli: una coppia inedita in palcoscenico. «È la prima volta che recitiamo insieme — interviene Danieli -—. Ci conoscevamo a distanza, ma soprattutto abbiamo in comune un autore: sia Giuliana, sia io, abbiamo portato in scena Annibale Ruccello, lei Notturno di donna con ospiti, io Ferdinando». Riprende Giuliana: «Insieme azzanniamo il pubblico alla giugulare, siamo due combattenti e, al tempo stesso, due vestali di Ruccello. In qualche modo, ho un po’ “ruccellizzato” il testo». Ovvero? «La vicenda è comica, però altrettanto drammatica. Le due poverette fanno una vita terribile! Sono due zoppe, due disperate che, sia pure con dignità, si trascinano ai margini di una condizione umana al limite della sopportazione. Tra loro c’è una grande differenza d’età, io sono più giovane di Rosaria, lei mi fa un po’ da madre, una madre ossessiva. È tirchia da morire, in casa non si può accendere il riscaldamento, nemmeno il televisore, o qualche luce in più per non consumare corrente! Io sono una specie di vittima, sequestrata in casa. L’unico svago che mi concedo, rigorosamente di nascosto dalla sorella despota, è guardare, di tanto in tanto, il programma del mago cartomante Lello, al quale dà la voce Sergio Rubini: mi faccio fare le carte e... forse sogno un destino diverso».
Isa Danieli, «Io, alla scuola di Eduardo De Filippo»
Due mattatrici che condividono il palcoscenico, provenendo da scuole teatrali diverse. «Ho debuttato a quindici anni con Eduardo De Filippo in Napoli milionaria — ricorda Danieli —. Io venivo dalla sceneggiata napoletana, ma lo ammiravo tanto e gli scrissi una lettera, chiedendogli di poter fare un provino. Con mia grande sorpresa, venni chiamata dall’amministratore di compagnia e fui ingaggiata in un piccolo ruolo, poche battute, ma sono state il mio battesimo d’arte». Ricorda De Sio: «Conobbi Eduardo sul set del film Cuore di Luigi Comencini: una straordinaria avventura». Ma le signorine che fine fanno? «Un colpo di scena, che non possiamo rivelare — conclude Giuliana — ribalta la situazione».