21 ottobre 2019
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Biografia di Catherine Deneuve
Catherine Deneuve, nome d’arte di Catherine Dorléac, nata a Parigi, nel XVII arrondissement, il 22 ottobre 1943 (76 anni). Attrice. Tra i suoi film: Il vizio e la virtù (Roger Vadim, 1962); Repulsione (Roman Polański, 1965); Bella di giorno (Luis Buñuel, 1967); Tristana (Luis Buñuel, 1967); La cagna (Marco Ferreri, 1972); Chissà se lo farei ancora (Claude Lelouch, 1976); Anima persa (Dino Risi, 1977); L’ultimo metrò (François Truffaut, 1980, premio César come migliore attrice, David di Donatello); Miriam si sveglia a mezzanotte (Tony Scott, 1983); Speriamo che sia femmina (Mario Monicelli, 1985); Indocina (Régis Wargnier, 1992, César come migliore attrice per la seconda volta, candidata all’Oscar); Place Vendôme (Nicole Garcia, 1998, Coppa Volpi per la miglior interpretazione); Dancer in the Dark (Lars von Trier, 2000); 8 donne e un mistero (François Ozon, 2001, Orso d’argento a Berlino), Dio esiste e vive a Bruxelles (Jaco van Dormael, 2015). Orso d’oro alla carriera al Festival del cinema di Berlino nel 1998. Candidata 14 volte al premio César, in totale • «La plus grande star féminine du cinéma français. La più grande diva del cinema francese» (Clara Regnault de Beaucaron, Le Figaro, 19/10/2018) • «La settima arte, a differenza, per esempio, di Brigitte Bardot, è sempre stata e sarà sempre la grande storia d’amore della sua vita. Di fronte a una telecamera, l’attrice si dimostra capace di ogni sfrenatezza e di ogni moderazione. E può essere per questo, per nascondere le sue tracce e non mostrare la sua vera personalità, che ha gelosamente tenuto nascosta la sua vita privata» (Bertrand Guyard, Le Figaro, 12/12/2018) • «Il mio porta fortuna» (Yves Saint-Laurent) • «Eleganza e carisma» (Michel Piccoli) • «Bellissima, più sapiente delle altre» (Natalia Aspesi, la Repubblica, 12/2/2000) • «Oui, je suis Catherine Deneuve» (lei nella pubblicità della Lancia Delta LX, nel 1982).
Marianna In Francia scelgono una celebrità per prestare i propri tratti alla Marianna, la donna che, allegoricamente, rappresenta la Repubblica. Catherine fu scelta nel 1985. Prima di lei era toccato a Brigitte Bardot, Michèle Morgan, Mireille Mathieu. Dopo, a Inès de la Fressange, Laetitia Casta e Sophie Marceau.
Titoli di testa Catherine non ama le interviste: «Sia chiaro: se non fosse per il film, non parlerei. Non ne ho né bisogno, né voglia» (alla Cojean)
Vita «Ero a scuola dalle suore e ho ricevuto un’educazione cattolica tradizionale […] Mi è rimasto il rigetto per una cultura religiosa che tende a colpevolizzare. E mi sono ribellata presto» • È figlia d’arte, suo padre è l’attore Maurice Dorléac, sua madre è Renée Deneuve • «Mia madre era diventata attrice giovanissima, fu decana dell’Odéon a 30 anni. Poi, dopo la terza figlia, ha smesso di lavorare. Non è semplice crescere quattro bambini. Ma ci ha lasciato molto libere» (Annick Cojean, Le Monde, 31/8/2012) • Terza di quattro femmine, le sue sorelle sono Danielle (che la madre aveva avuto dall’attore Aimé Clariond), Françoise, e Sylvie • Con Françoise, un anno più grande di lei, divide un letto a castello. Cominciano a lavorare assieme, perché il padre Maurice è direttore del doppiaggio per la Paramount Pictures e dà a Catherine e Françoise da doppiare le voci infantili • Catherine «comincia a recitare a 13 anni usando il cognome della madre e distinguendosi così dalla sorella che aveva mantenuto il cognome paterno. A lanciarla nel grande cinema è Roger Vadim nel 1962 con Il vizio e la virtù, tratto da Sade. L’anno seguente, con il musical Les parapluies de Cherbourg di Jacques Demy, il suo volto diventa popolare» (La Stampa, 20/10/2003) • La sorella Françoise, anche lei fa carriera: interpreta Cul de sac di Polanski e La peau douce di Truffaut. «Fu una sorta di Julia Roberts europea degli anni Sessanta» (Giovanni Mariotti, Corriere della Sera, 21/3/2001). Ma quando ha 25 anni, nel 1967, Françoise si mette a guidare per andare all’aeroporto di Nizza, l’auto slitta, esce di strada, si ribalta e prende fuoco. Per lei non c’è scampo. «Le chiedevano quando fosse nata e rispondeva: “Il 21 marzo, il primo giorno di primavera”. Di solito indossava un pullover e un paio di jeans; ma, quando si spostava per raggiungere un nuovo set, si portava dietro una quindicina di valigie. Michael Caine, partner nel suo ultimo film, diede questa spiegazione: “Voleva sentirsi pronta, casomai avesse incontrato il grande amore”» (Catherine, in Mariotti) • Nello stesso anno 1967, Catherine recita in Bella di giorno di Luis Buñuel, che vince il Leone d’Oro a Venezia • Sempre nel 1967, con Buñuel, fa anche Tristana, e deve recitare una scena in cui bacia sulle labbra la statua di un santo in una chiesa a Toledo: «Senza dire una parola mi condusse all’interno, chiedendomi con finta gravità cosa avrei detto, in un’occasione analoga, se avessi voluto sbarazzarmi di un corteggiatore molesto. Che nella fattispecie era l’hidalgo vecchio e lubrico impersonato da Fernando Rey. “Ho tanto freddo con queste scarpe che l’unica scusa che mi viene in mente è quella di spedirlo in tutta fretta a cercarmi un paio di pantofole”, lo provocai con un sorriso. Sembra incredibile ma questa battuta fu conservata nel film. Al punto da essere citata dai critici e persino dagli esegeti del surrealismo» • Con Tristana e Bella di giorno, Buñuel «ha contribuito in maniera decisiva a creare il mito Deneuve» (Giampiero Martinotti, la Repubblica, 22/4/2004) • Poi Catherine lavora con altri grandi registi • Di Marco Ferreri dice: «Mi metteva a disagio. Lo trovavo ambiguo, forse perché soffriva del fatto che i suoi film di successo non erano i più grandi [...] Non era nemmeno gentile. I nostri ultimi incontri sono stati ruvidi, è stato molto aggressivo con me, quasi violento» • Di André Téchiné: «È molto riservato, ci siamo intesi bene subito, ma il rapporto d´amicizia nasce sulla durata [...] È gente che sa veramente quel che vuole» • «Ha lavorato con Bolognini e con Festa Campanile, sperimentando poi […] la commedia all’italiana con due maestri come Dino Risi […] e Mario Monicelli» (Maurizio Porro, Corriere della Sera, 21/10/2003) • «Come mai ha lavorato così poco negli Usa? “Le proposte non erano interessanti. Non vado a fare film in America con parti che non farei in Europa. E poi lì lavorano ottime attrici”» (Laura Laurenzi, la Repubblica 23/4/2009).
Amore «Per me non esiste nulla di più bello del coinvolgimento amoroso, della passione, anche se solo fisica» • «Una donna senza amore è tristissima» • «Purtroppo l’unico rimedio per guarire da un amore è ammalarsi di nuovo» • Primo matrimonio con il regista Roger Vadim, un figlio (Christian, n. 1963) • Poi con il fotografo inglese David Bailey: «Catherine era splendida. Un giorno mi telefona mentre sto lavorando a Parigi e mi dice: “Bailey”. E io dico: “Oh, ciao, Catherine, come stai?” E lei mi fa: “Bene. Sai, oggi abbiamo divorziato”. E io: “Ah, si?”. E lei: “Sì. Così possiamo diventare amanti. Non è fantastico?”» (lui) • I loro testimoni di nozze furono la sorella di Catherine, Françoise, e Mick Jagger • Poi la Deneuve è stata, senza più sposarsi, con Marcello Mastroianni, da cui ha avuto la seconda figlia (Chiara, n. 1972) • «Come tutte le donne di quel bambinone di Marcello, anche lei faceva tre parti: l’amante, l’amica e la mamma» (Mario Monicelli) • «Gli uomini italiani hanno in mente due cose: l’altra sono gli spaghetti» (lei) • È stata anche con l’uomo d’affari Bertrand de Labbey e con il giornalista e fondatore della rete televisiva Canal+ Pierre Lescure • «Posso avere dei formidabili colpi di testa, non mi spaventa. Quando accade mi lascio trasportare, è formidabile, no? Non bisogna mai giudicare dall’esterno una coppia, è un’alchimia misteriosa» • E anche con Gerard Depardieu • «Deneuve è l’uomo che io avrei voluto essere...» (lui) • «Vuol dire che lui ama la parte maschile di me, come io amo la sua parte femminile» (lei) • «Gerard è un estroverso che ha bisogno di comunicare al mondo tutto quello che gli viene in mente. Marcello era più attore, non esponeva facilmente la sua vita e i suoi pensieri, doveva fare i conti con la sua timidezza. Timidezza e senso dell’umorismo del resto erano le sue qualità più affascinanti. L’unico elemento in comune, l’amore per il buon cibo, ma non sono mai andata al ristorante con Gerard, e Marcello non ha mai cucinato per me. Però mi ha fatto scoprire il piacere per la cucina italiana».
Giudizi «Una donna civile, brillante, grande professionista […] niente capricci. Fuori dal set Catherine è una donna che parla di tutto e non solo di cinema e pettegolezzi […] non aveva grandi slanci e neppure grandi esigenze, perché tra le due anime francesi, quella nordica della Manica e quella mediterranea, in lei era la prima a vincere» (Mario Monicelli) • «Faceva vita ritirata, per suo conto, nessuno di noi due ha davvero tentato la via dell’amicizia: e quando finimmo, mi arrivò poi una sua lettera di insulti perché affermava di non essere stata abbastanza coccolata e che io non mi ero occupato di lei. Mi scusai, anche se non ne vedevo la ragione; ci incontrammo anni dopo a Miss Italia, concludendo con un abbraccio […] Era gelosa di Gassman, come accadeva ai colleghi nei miei film, dato il rapporto speciale con Vittorio: gli attori, si sa, sono tutti bambini, soffrono di gelosie. Specie con gli attori francesi, Trintignant a parte, mi accadde spesso di trovarmi in difficoltà. Aveva ragione Cocteau quando diceva che il francese è un italiano di cattivo umore. Vale anche per madame Deneuve”» (Dino Risi) • «La paura di Catherine Deneuve non è che gli altri la guardino per com’è fuori, ma per com’è dentro» (François Truffaut) • «Cortese anche quando è sferzante, distante anche quando è calorosa, attenta e irraggiungibile, disponibile e riservata, appassionata e trattenuta, intrepida e prudente, generosa e diffidente, consapevole del privilegio della sua bellezza e reticente ad approfittarne, colta senza essere intellettuale, fedele fino alla possessività, sofisticata e semplice, golosa e disciplinata, libera e borghese, insolente e pudica, forte e vulnerabile, cerca l’eccellenza in tutto e aborre la falsità e l’inganno, allegra e triste, presente e assente» (Frédéric Mitterrand, La mauvaise vie) • «Era la perfetta “donna Hitchcock”: intuivi subito che sotto la superficie c’era un vulcano. Dà l’impressione di essere un tipetto calmo e pacato, ma una barzelletta sporca le piace quanto a chiunque altro» (David Bailey) • «Adoro questa donna per la sua brutalità. Quando dice: ”Piacere a tutti mi fa schifo”» (Franco Battiato).
Il segreto per essere belle «Avere sempre mani e piedi in ordine perfetto. Le mani ti raccontano, i piedi ti portano altrove» (a Giovanna Grassi, Corriere della sera, 17/5/08).
Engagée «Mi sento femminista in senso naturale. Eravamo quattro sorelle, quindi sono sempre stata dalla parte delle donne» (ad Armando Gallo, Oggi, 3/2018) • Nel 1971 ha firmato il manifesto detto «delle 343 puttane» che confessavano di aver abortito quando ancora era illegale • «“Non c’era proprio niente di coraggioso! Non disporre di quel diritto mi sembrava un tale scandalo…” […] È una fedele sostenitrice di Amnesty International, milita contro la pena di morte, la tortura, le censure. Ha protestato contro la legge Debré sull’immigrazione nel 1997, firma petizioni e si impegna contro l’Aids. Sono lotte femmiste? “Non per forza. Mi scaldano tutte le offese ai diritti umani: stupri, lapidazioni, diritto d’onore, eliminazione alla nascita, discriminazioni economiche… Nascere femmina è una sfortuna in molti Paesi» (Cojean) • Sui matrimoni gay dice: «Non capisco perché vogliano sposarsi quando tutti vogliono divorziare» • Nel 2013 ha firmato un manifesto contro la proposta di punire i clienti delle prostitute: «In materia di prostituzione siamo credenti, praticanti o agnostici. Alcuni di noi sono andati, vanno o andranno a puttane. Noi amiamo la libertà, la letteratura, l’intimità. Ma tutte e tre queste cose sono in pericolo quando uno Stato decide di occuparsi delle nostre natiche» • Nel 2018 ha firmato un manifesto contro il movimento #MeToo: «Lo stupro è un crimine. Ma rimorchiare in modo insistente o maldestro non è un delitto e la galanteria non è un’aggressione maschilista. […] Questa premura a mandare i “maiali” al mattatoio, invece di aiutare le donne a diventare autonome, serve in realtà gli interessi dei nemici della libertà sessuale […], gli uomini vengono intimati di battersi il petto e di stanare, nel profondo della loro coscienza retrospettiva, un “comportamento fuori luogo” che potrebbero avere avuto dieci, venti o trent’anni fa, e di cui dovrebbero pentirsi. La confessione pubblica, l’incursione del procuratore autoproclamato nella sfera privata, fa nascere un clima di società totalitaria» • «Parole sante» (Silvio Berlusconi) • Si è sempre rifiutata di dire per chi vota: «Sono un’attrice, parlo di politica con gli amici, non qui».
Filosofia «“Non c’è sempre un momento, alla fine di una giornata, in cui ci si chiede: ma che cosa ho fatto? Sono stata esaltata, nervosa, ho avuto dei momenti piacevoli, ho lavorato… Siamo frenetici, soprattutto in città. Ma poche volte ci sentiamo soddisfatti”» (Cojean)
Giardinaggio Giletti: «Il ginkgo biloba le piace perché è una pianta forte, unica a resistere alla bomba atomica?, Deneuve: No, mi piace perché ha le foglie a forma di cuore».
Citazioni «Bonjour, je m’appelle Catherine Deneuve» (le uniche parole di francese di Claudio Ranieri, appena assunto come allenatore del Monaco)
Curiosità Non le piacciono i social network, divora giornali e riviste, fuma, pensa che le onorificenze abbiano un che di sinistro alla sua età, non guarda i reality show, rimpiange di non aver fatto un film con Hitchcock, le piace cantare, andare al cinema e in campagna, dormire, pranzare con gli amici, curare il giardino e andare in palestra • Sua mamma (108 anni) è ancora viva (ottobre del 2019) • Ha quattro nipoti, due maschi e due femmine: «Tra un film e l’altro li vizio» • Ha un tatuaggio tra le scapole • Se non avesse fatto l’attrice: «Credo che mi sarei sposata molto giovane, avrei avuto dei figli molto giovane e avrei divorziato abbastanza in fretta, poi avrei lavorato. Forse in uno studio di architettura, oppure nell’arte decorativa: ho sempre avuto un interesse per queste cose» • Protagonista del video di N’Oubliez Jamais di Joe Cocker • Dice di aver accettato di fare il film Dancer in the Dark di Lar von Trier solo per passare qualche settimana a Gotenberg • A Non è l’Arena, Massimo Giletti le chiese se si fa la spesa da sola: «Sempre con questa storia della spesa! Io non sono una diva, la diva non esiste in Europa, è un concetto americano» • «Truffaut e Téchiné si davano tempo per lavorare, per provare, mentre oggi bisogna soprattutto girare alla svelta» • «È vero che Hollywood prepara un Oscar alla carriera per lei? “Ah sì?”» (Laurenzi) • «Come si trova il senso della vita? “Oh! là! là! E io che ne so?”» (Cojean).