Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 21 Lunedì calendario

Vincenzo Visco boccia la manovra

Il presente ha superato il passato. Tassare la plastica, le bibite gassate, il contante, incentivare l’uso delle carte... Neppure ai tempi di Vincenzo Visco si era osato tanto. Ministro del Tesoro con Giuliano Amato, delle Finanze nei governi di Romano Prodi e Massimo D’Alema, artefice delle politiche economiche di sinistra. Facciamola breve. Come lui nessuno mai. 
Professore, cominciamo dalla tassa sulla plastica. In pratica una tassa sulla bottiglietta d’acqua.
«In pratica una tassa che non produce gettito. Così, come prevista, finirà per scaricarsi sull’acquirente. Si tratta di tasse che dovrebbero servire a spostare i consumi, ma il problema è sempre quello: esiste l’alternativa a ciò che si tassa?».
Non ce ne voglia. Ma qui, più che spostare i consumi, siamo di fronte a un odioso balzello.
«Sono tasse ecologiche, ma funzionano solo se prevedono un’alternativa. Non uso la plastica, ma al suo posto cosa uso? Io non vedo l’alternativa che vedo invece per le bibite gassate. Così come pensata non è altro che una fregatura. Quella sulla plastica è una tassa problematica».
E il problema è tutto nostro.
«Mi permetto di dire che c’è un altro problema: chi vigilerà, come si vigilerà, chi la riscuoterà? La verità è che la pagherà chi acquista. Se funzionerà saremo comunque di fronte a un gettito modestissimo. Non mi convince».
Passiamo all’uso delle carte di credito. Per incentivarlo il premier Conte ha promesso il bonus Befana. 
«Discutibile. Non ci credo e non ci crede nessuno dei miei colleghi economisti. Non è così che si incentiva l’uso della moneta elettronica e non certamente premiando chi le usa. Sarebbe solo uno spreco di risorse».
Volevano toglierci anche il contante e tassare i prelievi. Ma che ha fatto di male il contante alla sinistra?
«Tassare il contante è inutile. Ma la norma sul prelievo del contante mi sembra che non sia passata. Limitarlo invece è giusto. Anche la Bce non stampa più la moneta da cinquecento euro. Ma si tratta sempre di norme non efficaci, non decisive». Accettiamo proposte.
«La cosa migliore è fare funzionare la fatturazione elettronica. E poi, diciamolo francamente, si ripete sempre che sono tutte norme per combattere l’evasione, ma l’evasione è destinata a finire nel giro di qualche anno».
Con questa manovra, a finire, rischiano di essere i consumi. Non le pare?
«Spiego. Per combattere l’evasione basta già la tracciabilità, la tecnologia. Con i nuovi mezzi in possesso è possibile individuarla senza inventare altre norme».
Hanno detto: «Anche l’idraulico vi farà la fattura». Perché questo luogo comune dell’idraulico che non rilascia la fattura?
«Premetto che nel dl fiscale la norma sull’idraulico non l’ho trovata. Detto questo, è scientificamente dimostrato che ci sarà sempre qualcuno che si metterà d’accordo per non farsi rilasciare la fattura. Ripeto: meglio la tracciabilità».
Ripetiamo noi. Ancora l’aumento sulle sigarette? 
«Ormai una sigaretta costa più di un lingotto d’oro».
Non fuma pure lei? 
«Mezzo sigaro toscano. Dopo pranzo e dopo cena. Almeno in questo ce l’hanno fatta. Ci hanno fatto smettere di fumare. Ormai chi fuma si vergogna». 
Fumare non si può, lo zucchero neppure. Che ci rimarrà?
«Quella sullo zucchero è una tassa per combattere il junk food. Per la salute».
Ma non basta la pubblicità virtuosa?
«Tutto il mondo va in quella direzione. La via più drastica era tassare le imprese alimentari». 
Non lo dica, altrimenti Conte finisce che la aggiunge.
«Conte ha imparato in fretta. Ormai si comporta da politico consumato. In questo momento deve però fare attenzione. Mi pare chiaro che la maggioranza gli stia esplodendo». 
E Zingaretti deve fare attenzione a Renzi e alla Boschi che definisce il Pd il «partito delle tasse».
«Renzi si deve far vedere, esibire. Non vuole rifare il Pd ma fare l’altro Berlusconi. E poi c’è Beppe Grillo che ormai ha scelto Conte al posto di Di Maio. È un gioco pericoloso. Non so quanto funzionerà».
Ormai ci spaventa più questo governo che lei. È il segno del pericolo. 
«La mia intenzione è sottolineare che alcune misure di questa manovra mi lasciano perplesso. Mi raccomando. Fate i bravi».