Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto quotidiano”, 20 ottobre 2019
JACK ON THE ROAD - 50 ANNI FA MORIVA KEROUAC, IL PADRE DELLA BEAT GENERATION - BUTTAFUOCO: “LUI - IMPROVVISATORE, RABDOMANTE DI POESIA - NON È CHE UN INNAMORATO DI DIO. A DISPETTO DEGLI ALTRI STRAFATTONI GIUNTI AL SUO SEGUITO A PARTIRE DAL 1957, IL PADRETERNO DI KEROUAC È ANCORA QUELLO DI CUI HA AVUTO LO STIGMA SEGUENDO LE LEZIONI DI CATECHISMO IN PARROCCHIA” -
Il luogo dove cavalcare la tigre della vita, del tempo e del destino è di certo la strada. Ogni errante vi transita. E la meta cui destinare tutto lo sfasciarsi di sé - andare, e non smettere mai di andare finché non ci arriviamo - è una sorta di convento in cui il priore è la madre. Ogni errante è nell' errore se non c' è altro posto dove andare. E a quarantasette anni, un figlio - questo è Jack Kerouac, un cirrotico dall' anelito mistico ritiratosi in Florida - resta pur sempre un novizio. La sua preghiera del mattino è whiskey, un singulto ancora e ogni urto di sbotto esofageo.
La sera prima ha fatto a pugni e come oggi - ma cinquant' anni fa - nell' improvviso della mattinata sputa un fiume di sangue e perde conoscenza. Il giorno dopo, il 21 ottobre del 1969, l' autore del febbrile On the road - il capolavoro della Beat Generation - muore. Il santo vagabondo venuto dalla schiatta quebecchese è un martire che si è fatto carico di tutte le angosce - disciolte nella miscela di hashish e benzedrina - e lascia la madre tra ininterrotti rotoli di carta su cui lui ha scritto e sempre ha scritto e poi una foresta di bottiglie, molte delle quali ancora da svuotare, disseminate nell' angusta veranda della casa di St. Petersburg.
Ma si fa presto a dire Beat Generation. Lui - improvvisatore, rabdomante di poesia - non è che un innamorato di Dio. A dispetto degli altri strafattoni giunti al suo seguito a partire dal 1957 - l' anno di pubblicazione del suo bestseller - il Padreterno di Kerouac è ancora quello di cui ha avuto lo stigma perfettissimo del Creatore del cielo e della terra seguendo le lezioni di catechismo in parrocchia, nella chiesa di Santa Giovanna d' Arco.
Dio è il padrone assoluto di tutte le cose. È l' Eterno onniscente di bontà infinita e perciò è tollerante di qualunque libertà perché lo sa - Lui che premia i buoni e castiga i cattivi - di poter ricavare il bene anche dal male. Questo impara Kerouac dalla sua educazione cattolica e beat per lo scrittore ben volentieri aggrappato alla passione della carne - la bottoniera dei pantaloni per lui è la porta della beatitudine - è beato ma per rifiutarne tutte le implicazioni politiche, non ultime quelle sbrigativamente pacifiste se negli anni della guerra in Vietnam Kerouac sceglie di stare dalla parte dei marines e non, come tutti - nel ceto dei letterati - contro l' intervento armato.
Nel settembre del 1966, in un teatro di Napoli gremito per ascoltarne la voce - cercando in lui un profeta più che un semplice scrittore - Kerouac si lancia nell' epicedio di ogni singolo soldato morto in battaglia lasciando nello sconcerto Fernanda Pivano che lo accompagnava e l' intera casa editrice Mondadori, imbarazzatissima nel dover gestire un ribelle in così tale rivolta da disturbare l' obbligo ideologico e il ciripiripì dei letterati e delle madamine perbeniste.
Autore conosciuto in virtù di un solo titolo, virtuoso di parola immediata, cerca sempre un modo per farsi portare via dal buon Dio - inghiotto l' urlo e mi lascio semplicemente andare dentro la morte e la Croce, scriverà - Kerouac ha la tipica grana della gente di San Lorenzo. È quel pezzo d' America, in territorio canadese, forgiata nel rigore di una natura aspra e impossibile. E lui, per dirla con Paolo Vites, nel solco del Cristo, del Buddha, sotto le stelle del jazz, nell' eternità dorata della scrittura, paga con la vita "il continuo movimento, alla ricerca di un posto migliore, di una vita migliore, la terra promessa che nessuno aveva mai trovato perché impossibile da realizzarsi".
È di certo on the road il modo più nichilista e più attivo per cavalcare la tigre altrimenti detta amor fati. E, certamente, si fa presto a dire beat. Tutto il nostro immaginario stagna nella larga botola del luogo comune. L' opera di questo disperato vagabondo alberga nell' affollato sabba del fraintendimento. Esempio. Tanto fu reazionario Pier Paolo Pasolini da risultare progressista, quanto fu avanguardia Kerouac da ritagliarsi - a cinquant' anni dal suo transito terreno - un luminoso scranno nel coro dell' eterno.