Libero, 20 ottobre 2019
Aumentano i cattolici, diminuiscono i preti
VANITYX
Cresce il numero dei cattolici persino nella indifferente e multietnica Europa, ma continuano a calare le vocazioni e dunque ci sono sempre meno preti e suore. È questo, a grandi linee, il ritratto del mondo, e in particolare del Vecchio Continente, dal punto di vista della religione. Dati contraddittori? Forse non troppo, se si considera che la fede, oggi, viene vissuta più in senso personalistico e “fluido”. Senza contare l’atteggiamento distaccato, se non apertamente critico, verso l’istituzione Chiesa, complici gli scandali che dilagano, dalla corruzione alla pedofilia. Secondo i dati dell’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale – che si celebra oggi – dopo tre anni di diminuzione, al 31 dicembre 2017 il numero dei cattolici era pari a 1.313.278.000 persone, con un aumento di 14.219.000 – piccolo in termini percentuali (+0,06%) ma significativo. L’aumento interessa tutti i continenti, Europa compresa (+259.000): quello più marcato in Africa (+5.605.000) e America (+6.083.000), seguono Asia (+2.080.000) e Oceania (+191.000). L’altra faccia della medaglia, però, è nel segno negativo per quanto riguarda le vocazioni. Cifre impietose: il numero totale dei sacerdoti nel mondo è diminuito ancora, sempre in rapporto all’anno 2017, raggiungendo quota 414.582 (-387 unità). Anche i religiosi non sacerdoti sono sempre meno, come accade ormai da cinque anni, e ora siamo a meno 1.090, arrivando al numero totale di 51.535. Si conferma anche la tendenza alla diminuzione delle religiose (-10.535 unità, come l’anno precedente), che raggiungono il numero di 648.910. Poi ci sono i casi di abbandono, quasi duemila l’anno, che riguardano principaleme religiosi e religiose tra i 30 e i 50 anni. Aumentano invece i laici impegnati, come missionari, almeno mille in più tra tutti i continenti, e i catechisti, quasi 35mila in più. Dati sostanzialmente confermati anche dalla ricerche del Pew Research Center, presentati nel gennaio scorso,e analizzati con attenzione dal vaticanista Aldo Maria Valli nel suo blog www.aldomariavalli.it, mettendo in rilievo come nel 1910 il 65% di tutti i cattolici del mondo viveva in Europa, mentre un secolo dopo la percentuale è scesa al di sotto del 24%. Oggi sono appunto l’America Latina e l’Africa subsahariana a ospitare più cattolici. Con la crisi delle vocazioni si svuotano conventi, monasteri, seminari, edifici spesso di grande valore storico e artistico che rischiano abbandono e fatiscenza. La tendenza è quella di acquistarli a prezzi relativamente bassi e trasformarli in hotel, locali, residenze d’atmosfera. Come l’esclusivo “buen rrttiro” Eremito, in Umbria, o come accadrà a Pellestrina, alle porte di Venezia, con appartamenti ricavati nell’antico monastero dell’Apparizione. Per contro, un’inversione di rotta si intravede nella nascita di nuove congregazioni e nell’ambito degli ordini di clausura e dei monaci, con numeri ridotti ma significativi: oggi sono quasi 38mila le suore di clausura nel mondo, vocazioni “estreme” per tempi difficili. A Norcia, da qualche anno, sono tornati i monaci benedettini, gruppetto giovane e tenace che non si è lasciato abbattere neppure dal terremoto del 2016 che ha distrutto la basilica di San Benedetto e il monastero adiacente: hanno cominciato a ricostruire la loro nuova casa restaurando un antico convento in rovina. E a Vitorchiano, vicino a Viterbo, un monastero di suore trappiste è diventato un punto di “attrazione” per molte ragazze, tanto che nel mondo sono state decine le fondazioni di nuovi monasteri, irradiate proprio da questa comunità.