la Repubblica, 20 ottobre 2019
Venti ore senza scalo, il test del volo record
Cinquanta passeggeri-cavia seguiti da sofisticati sensori di movimento e monitorati con elettroencefalogrammi, esami cardiaci e test sulla melatonina hanno riscritto nelle ultime 24 ore – a 12 mila metri d’altezza – la storia dell’aviazione civile. Il nome in codice dell’operazione di cui sono stati protagonisti è “Progetto Sunrise”. Luogo dell’esperimento: il volo Qantas QFA7879 New York-Sydney partito dalla Grande Mela alle 21.27 di venerdì sera (ora locale) e atteso stamattina alle 7.13 in Australia. Il primo test medico- tecnico e psicologico in vista del lancio su questa rotta – previsto nel 2022 – del viaggio aereo più lungo del mondo: venti ore no-stop e senza scali (90 minuti in più del record del Singapore-New York), quanto basta – volendo – per godersi senza distrazioni tutti e otto i film della saga di Harry Potter.
Gli esperimenti fatti tra ieri e oggi a bordo del Boeing 787-9 “Kookaburra”, costruito per questa occasione e trasformato in un laboratorio volante ipertecnologico, hanno obiettivi semplici: capire come il corpo umano, tra jet-lag e spazi compressi, reagisce alla rivoluzione dei ritmi circadiani; monitorare rotta e consumi (il jet è partito con 101mila chili di carburante, quanto basta a una Panda per fare due milioni di chilometri); fotografare secondo per secondo grazie all’intelligenza artificiale lo stato fisico dei piloti (4 in tutto) per stabilire i turni di guida a bordo in massima sicurezza.
Il centro Charles Perkins dell’università di Sydney, incaricato della parte scientifica del progetto Sunrise, non ha lasciato nulla al caso. Subito dopo il decollo da New York l’orologio biologico delle cinquanta persone a bordo – i membri dell’equipaggio più 35 dipendenti Qantas e sei “frequent flyer” della tratta – è stato spostato sull’ora di Sydney. Le luci di cabina sono state tenute a massima intensità per tenere tutti svegli, è stato servito un pasto molto speziato per forzare il metabolismo a mantenere uno stato di iper-attività. Poi, quando in Australia calavano le prime ombre della sera (e il jet sorvolava Los Angeles), il QFA7879 si è adeguato configurandosi in versione notte: ai passeggeri è stata servita una sostanziosa cena a base di carboidrati e ricca di salse cremose per favorire il sonno. Poi – mentre fuori sorgeva il sole – le luci in cabina sono state abbassate al livello minimo.Il sogno della Qantas era attrezzare il jet con una palestra per consentire ai viaggiatori di fare qualche esercizio fisico per prevenire la trombosi. Ma, causa prezzo troppo alto, la compagnia australiana si è limitata a impostare una configurazione degli interni che garantisse più spazio per le gambe e qualche area dove sgranchirsele. Tutti i movimenti dei passeggeri sono stati registrati da un sensore al polso e le “cavie” saranno seguite per 21 giorni dopo l’atterraggio per analizzare le reazioni metaboliche alla lunghezza del volo e al maxi-jet lag, fattori che mettono a rischio di obesità e di caduta delle difese immunitarie.
I piloti sono stati monitorati per tutto il tragitto con elettroencefalogramma e rilevatore cardiaco e sottoposti a frequenti esami delle urine per valutare lo stato di coscienza e l’attenzione. Tutti i dati saranno condivisi con le autorità di controllo internazionali e serviranno da base scientifica per la fiorente industria dei farmaci contro i disturbi da fuso orario. Un business che cresce del 6% l’anno dove la parte del leone la fanno Xanax e melatonina o diavolerie come gli occhiali Propeaq a rilascio di luce controllata per adattare gli occhi all’ora di destinazione. Anche se tutta la letteratura scientifica concorda sul fatto che la miglior cura per i disturbi da jet lag è la cara vecchia luce del sole.
La ratio economica di questi super- viaggi aerei è invece molto più semplice: i nuovi jet, grazie all’uso del carbonio, sono più leggeri e hanno aumentato di molto la loro autonomia. E per i viaggiatori d’affari – quelli che pagano salatissimi biglietti di business e prima – il tempo è denaro e evitare uno scalo vale oro. Sul New York-Sydney il risparmio è di tre ore. Sulla Londra-Sydney, altra tratta dove partirà il servizio a lunghissimo raggio, di quattro. Qantas effettuerà ora altri due test entro dicembre (uno con un Airbus), poi sceglierà con quale modello di velivolo volare. A quel punto partirà la fase burocratica: la richiesta a tutte le autorità del trasporto aereo – grazie ai dati raccolti – dell’ok al battesimo dei cieli del servizio di linea. E poi, altro capitolo delicato, la trattativa con i sindacati per stabilire turni e compensi di equipaggi che rimarranno in servizio per 24 ore di fila. Il volo più lungo del mondo, a giudicare dalle prime richieste dei piloti, sarà un grande affare anche per loro.