Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 20 Domenica calendario

Brexit, e ora? Domande e risposte

• L’emendamento Letwin è dunque passato. Ora che cosa succede? 
Difficile fare previsioni. L’emendamento è stato presentato ieri, lo stesso giorno della scadenza di una legge vincolante — approvata dalle opposizioni prima della recente sospensione del Parlamento — per cui, se entro le 23 di ieri 19 ottobre l’accordo Brexit del governo non fosse stato approvato dal Parlamento britannico, il premier Johnson avrebbe dovuto chiedere all’Ue — con una lettera — l’ennesimo rinvio della Brexit fino al 31 gennaio 2020. L’emendamento Letwin ha innescato questo scenario, perché ha reso il voto di Johnson non più "significativo" (nel gergo della Camera dei Comuni).


• Johnson era costretto a inviare questa lettera di rinvio?
Sì. Altrimenti, in caso di rifiuto, avrebbe rischiato di essere incriminato e, secondo alcuni, persino il carcere. È una legge, non può essere infranta.


• Quindi la Brexit è rimandata al 31 gennaio 2020?
Non è detto. In teoria è solo il termine massimo del nuovo rinvio — che tuttavia deve essere approvato dall’Europa — e comunque Johnson vuole rispettare la sua promessa di chiudere la Brexit entro il 31 ottobre 2019. Data in cui — prima dell’emendamento Letwin — era previsto il No Deal, cioè la Brexit dura e senza accordo con l’Ue.


• E ce la può fare Johnson entro quella data?
Ora è dura. La settimana prossima il governo tornerà all’attacco per approvare tutto l’accordo in fretta e furia. In realtà, avendo fatto cadere ieri la propria mozione sull’accordo Brexit dopo la sconfitta sull’emendamento Letwin, Johnson potrebbe riproporre subito un altro voto "significativo" (cioè decisivo) prima di tutta l’allegata legislazione, perché anche l’emendamento — pur avendo innescato il rinvio Brexit — è caduto con la mozione. Ma lo speaker della Camera John Bercow difficilmente accetterà questa forzatura (c’è un precedente con la predecessora May). Dunque, al governo conviene far passare prima tutta la legislazione legata all’accordo Brexit e poi suggellarla con un voto "finale". Ma ci saranno tanti ostacoli.


• Quali?
Primo: i parlamentari ostili a Johnson e al suo accordo potrebbero disseminare altri emendamenti trappola e ostacolarne l’iter. Secondo: in uno di questi potrebbero infilare persino una mozione per un secondo referendum confermativo sull’accordo Brexit di Johnson — e i numeri potrebbero esserci. Terzo: l’ultimo giorno della sessione plenaria del Parlamento Europeo — che deve contro-approvare l’accordo di Londra — è giovedì 24 ottobre e difficilmente Johnson riuscirà a far approvare tutto in tempo. Poi, l’aula di Strasburgo si riunirà solo a metà novembre.


• Ma almeno il No Deal è scongiurato, no?
In teoria sì. Ma se il Regno Unito non mandasse la lettera con la richiesta o se l’Europa non l’accettasse la proposta, ecco che questa ipotesi si ripresenterebbe con prepotenza.