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 2019  ottobre 19 Sabato calendario

La mostra su Leonardo al Louvre

PARIGI — Il San Giovanni Battista, con la sua aria maliziosa che indica un punto ignoto, è ancora posato a terra, guardato a vista da un agente del Louvre. «Tra qualche ora sarà al suo posto» assicura uno dei responsabili della mostra, Vincent Delieuvin, quasi scusandosi per la confusione dovuta ai lavori in corso. Giovedì prossimo il museo parigino aprirà le porte dell’esposizione dei record dedicata a Leonardo da Vinci — chiamato alla francese, Léonard — prevista fino al 24 febbraio. Nel piano interrato, sotto alla Piramide di vetro, c’è concitazione. L’allestimento non è finito. La contesa sul prestito dell’ Uomo Vitruviano si è risolta all’ultimo minuto, ma aleggia ancora lo spettro del Salvator Mundi.

Il direttore del Louvre, Jean-Luc Martinez, sta trattando per il prestito con il misterioso compratore del dipinto venduto per 450,3 milioni di dollari. Il serafico Cristo leonardesco dovrebbe appartenere ora a Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita che non ha mai confermato né smentito. Il Salvator Mundi non è più stato visto dal giorno dell’asta di Christie’s a New York nel 2017. Qualcuno pensa sia nascosto in un caveau in Svizzera, un mercante londinese ha scritto qualche mese fa che il quadro stava navigando su uno yacht al largo dell’Arabia Saudita. C’è chi ipotizza sia nei depositi del Louvre di Abu Dhabi dove avrebbe dovuto essere esposto già due anni fa.
Il principe saudita Mbs vuole probabilmente usare la prima uscita del Salvator Mundi per lanciare nuovi spazi culturali nel suo regno. «Speriamo ancora che arrivi al Louvre, non possiamo dire di più» spiega Delieuvin, che per dieci anni ha lavorato all’organizzazione della mostra insieme all’altro conservatore, Louis Frank.
Il Salvator Mundi non solo alimenta la suspense ma ha avuto anche un impatto sui costi assicurativi. Per garantire le opere di Leonardo da furto o danni il Louvre ha dovuto sborsare molto più del previsto. Le polizze si sono infatti allineate sul prezzo dell’ultima asta di Christie’s. Nonostante siano già stati venduti 180 mila biglietti (prenotazione obbligatoria sul sito www.ticketlouvre.fr) e sia prevista un’affluenza record, oltre mezzo milione di visitatori, il museo dovrebbe chiudere la mostra in perdita. È una delle tante follie di questo evento che non ha precedenti. È strano anche che la Gioconda non sia presente al pianterreno, dove sono stati trasferiti quattro dei capolavori di Leonardo della collezione permanente (la Sant’Anna, la Belle Ferronnière, laVergine delle rocce e il San Giovanni Battista). Per evitare mostruosi ingorghi, Monna Lisa rimarrà nel luogo dov’è esposta abitualmente, la salle des Etats appena rinnovata, due piani più in alto.
Lo spazio espositivo del Louvre, incastrato nei sotterranei, appare un po’ sacrificato per ammirare le 160 opere, tra cui disegni, documenti e il pezzo forte: undici dipinti sui quindici attribuiti a Leonardo, mai così tanti riuniti in uno stesso luogo.
Altra stranezza che colpisce il visitatore sono le tante riflettografie — le fotografie ai raggi infrarossi dei quadri — che in alcuni casi si sostituiscono alle opere di Leonardo assenti nella mostra, come L’Annunciazione. Il dipinto rimasto agli Uffizi appare con una “radiografia” nella prima sala. «Ci dispiace non avere quel dipinto — confessa il commissario — perché è fondamentale per capire lo stile dell’artista in gioventù». Dall’Italia sono arrivati invece il San Girolamo (Musei vaticani), il Ritratto di musico (Pinacoteca Ambrosiana), La Scapigliata (Galleria nazionale di Parma). L’Ermitage ha mandato la Madonna col Bambino e un privato ha prestato un a Vergine con il Bambino.
Nella sala centrale dedicata ai lavori scientifici di Leonardo una parete bianca aspetta l’Uomo Vitruviano, incerto fino all’ultimo per il ricorso contro il prestito di Italia Nostra. Il disegno prestato dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia dovrebbe arrivare entro domenica, in tempo per l’inaugurazione.