Corriere della Sera, 19 ottobre 2019
L’interprete concentrata, non disgustata
Elisabetta Savigni Ullmann lavora come interprete da 30 anni. Vive a Washington da 20 e ha cominciato a frequentare la Casa Bianca ai tempi di Bill Clinton. È stata l’ombra di tutti i presidenti della Repubblica italiana, premier e ministri in visita nella capitale americana. Ne ha viste e soprattutto sentite di ogni tipo: governanti italiani incespicare anche nel saluto più banale, altri più sicuri e disinvolti. Ha preso nota e tradotto al volo le parole di quattro presidenti americani: Bill e poi George W. Bush, Barack Obama e ora Donald Trump. Elisabetta, che ha 68 anni, è nata a Livorno, ha sposato uno svizzero, ha due figlie, e insegna all’Università del Maryland.
Da un paio di giorni è diventata, suo malgrado, una figura popolare sulla rete. Il video che la ritrae alle spalle di The Donald mentre il leader parla, parla, parla è diventato «virale». Motivo? Molte persone hanno pensato di trovare una «complice» nelle espressioni di Elisabetta. Vedete? Anche lei non può fare a meno di inorridire ascoltando gli sproloqui di Trump. Vedete? È incredula, è schifata e così via.
Non è così: siamo totalmente fuori strada. Ognuno di noi ha il suo modo per concentrarsi, specie se dobbiamo memorizzare ogni dettaglio, ogni sfumatura. Ecco, quello che si vede nel video e nelle foto è semplicemente il modo con cui Elisabetta fissa l’attenzione. Quella è la sua espressione abituale come può testimoniare chi l’ha vista riportare in italiano i complessi e logici ragionamenti di Obama e la osserva ora alle prese con il surrealismo, il ritmo sincopato di Trump. A Washington lo sanno tutti. A cominciare dai servizi segreti e dal Dipartimento di Stato americano che dettano rigide regole a chiunque mette anche solo un piede nello Studio Ovale. Figuriamoci per chi deve riportare le parole del presidente che vengono poi tutte trascritte e archiviate dagli uffici della Casa Bianca. Davvero pensiamo che farebbero entrare qualcuno che si mette a fare le faccine alle spalle del presidente? Il tifo pro o contro Trump questa volta non c’entra nulla.