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 2019  ottobre 19 Sabato calendario

Manovra, i punti della discordia

Liquidità e carte di credito
«Non possiamo fare la lotta all’evasione mettendo nel mirino commercianti, artigiani e professionisti». Sempre dal M5S, che vuole un vertice di maggioranza, arriva un altro stop alla manovra anti evasione centrata sulla lotta all’uso del contante. Per il partito di Luigi Di Maio bisogna quanto meno accompagnare l’obbligo di fattura elettronica e gli incentivi all’uso di carte e bancomat azzerando le commissioni bancarie. La lotta all’evasione, aggiunge il M5S, si fa colpendo i pesci grossi, e con pene più severe per i grandi evasori. Una soglia di 2 mila euro al contante «non criminalizza nessuno» dice il premier, Giuseppe Conte, spalleggiato da Leu e dal Pd. «La guerra al contante va fatta ma creando condizioni alternative, non facendo un favore alle banche», sostiene il 5 Stelle Stefano Buffagni.
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Le partite Iva
L’ultimo fronte di scontro, che è poi quello che sta diventando più caldo, è la stretta prevista dalla manovra sulle partite Iva e la flat tax. L’intervento è indicato solo in una tabella del Documento programmatico di bilancio, non è ancora scritto in un testo di legge, ma sta provocando una rivolta tra le stesse partite Iva, critiche dai sindacati, ma soprattutto suscita molti malumori anche nella maggioranza.
I primi a essere perplessi sono i Cinque Stelle. Non ha senso, sostengono, tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti e prendere i soldi dalle partite Iva. Il taglio previsto sarebbe di 2 miliardi per il 2020 e di 1,3 miliardi di euro a regime. Il regime forfettario sarebbe abbandonato, tornerebbe la determinazione analitica del reddito, e dalla flat tax sarebbero nuovamente esclusi i dipendenti. «Non sono d’accordo a cambiare ogni anno le regole sulle partite Iva» dice il vice ministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni. «Ingiusto contrapporre lavoratori dipendenti e partite Iva» sottolinea la Cisl. Critiche anche nel Pd («certi rilievi – dice Maurizio Martina – andrebbero valutati») e da Matteo Renzi, leader di Italia viva, secondo il quale la misura «complica la vita alle partite Iva».

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Cuneo e quota 100
Per Giuseppe Conte è un «pilastro» della manovra, e quota 100 sulle pensioni non si tocca. Il Movimento 5 Stelle lo appoggia in pieno, e difende la misura, come fanno anche i sindacati. Mentre sono più critici sul taglio del cuneo fiscale. Matteo Renzi, invece, è contrarissimo a quota 100. Aveva già provato in Consiglio dei ministri a cassare il bonus per il pensionamento anticipato, senza successo, ma si ripromette un nuovo attacco in Parlamento. Anche dal mondo dell’impresa continuano ad arrivare richieste per spostare i fondi di quota 100 sul taglio del cuneo fiscale. Il Pd e il ministro dell’Economia hanno una posizione più defilata. In ogni caso lavorano per ridurre il costo della misura, ipotizzando uno spostamento delle finestre.