Corriere della Sera, 18 ottobre 2019
Manovra, parte l’assalto degli emendamenti
Attacco concentrico sulla manovra. Il Movimento 5 Stelle e Italia viva si preparano a una battaglia di emendamenti in Parlamento per cambiare la legge di Bilancio.
Tra i 5 Stelle e il premier è gelo sul contante e sulla stretta alle partite Iva. Basta sentire quel che si dice ai piani alti: «Invece di insistere con queste norme, facciano pagare davvero l’Imu al Vaticano». Proposta che, se non fosse una boutade, incontrerebbe non poche difficoltà. Quel che è certo è che i 5 Stelle daranno battaglia sulle norme che incentivano l’uso delle carte digitali, chiedendo l’azzeramento delle commissioni bancarie, sotto una certa cifra, o un netto abbassamento.
Ieri si evocava la più classica delle «manine» per l’abbassamento della soglia del contante da 3.000 a 1.000 euro. Come nel 2018, quando l’allora vicepremier Luigi Di Maio aveva imputato a una non ben identificata «manina» la responsabilità di avere modificato il dl fiscale, inserendo lo scudo per il denaro riciclato. Un anno dopo, rispunta la «manina». Questa volta di dimensioni superiori, visto che a rivendicare la stretta è il premier in persona Giuseppe Conte. Da giorni Di Maio frena e Palazzo Chigi accelera. Il premier può, perché non ha un partito e un bacino elettorale da difendere. Di Maio, invece, non vuole abbandonare la sua constituency, i piccoli imprenditori. Così spinge sulle manette per i grandi evasori, ma spiega che «idraulici, artigiani e tassisti non possono diventare un simbolo della lotta all’evasione». Per evitare di personalizzare il confronto, i vertici cercano di coinvolgere i gruppi, per la verità piuttosto riottosi. Luca Carabetta, per esempio, vuole fare sul serio: «Finalmente un governo che vuole dare priorità alla lotta all’evasione fiscale. Io sono dalla parte degli imprenditori e dei professionisti che subiscono ogni giorno un’ingiusta concorrenza sleale».
Le accuse
Dentro Italia viva si lamentano del premier: è accecato dal fanatismo contro di noi
Anche tra i renziani Conte non gode di un alto gradimento. «È accecato dal fanatismo contro di noi», dicono a Italia viva, dove ieri, vedendo che l’altra sera il premier in una lunga intervista al Tg1 ha fatto solo il 7% di share, per poco non brindavano. Ma l’ordine di scuderia è quello di non attaccare Conte in questa fase. Il che non vuol dire che Iv non presenterà degli emendamenti. Li sta preparando Luigi Marattin. Il primo riguarda l’abolizione di quota 100 per destinare i risparmi alle politiche familiari, anche con l’introduzione dell’assegno unico per i figli. Questa proposta sarà lanciata alla Leopolda. Renzi sa che i grillini sono contrari a toccare quota 100, ma punta anche a mettere in imbarazzo il Pd: che farà il partito di Zingaretti, difenderà quella misura?
Marattin sta preparando anche degli emendamenti per eliminare le cosiddette microtasse, cioè l’incremento della cedolare secca, la triplicazione dell’imposta di registro, la «sugar tax». La controproposta è quella di aumentare la spending review. Un altro emendamento riguarderà i piani individuali di risparmio. L’obiettivo è tornare alla versione precedente al primo governo Conte per far confluire l’enorme risparmio delle famiglie in strumenti di capitalizzazione per piccole e medie imprese. Infine, un emendamento riguarderà il tetto all’uso dei contanti. Non è una priorità per Iv, che però vuole abbassare in parallelo le commissioni bancarie. «Insomma – spiega Marattin – abbiamo idee precise su come migliorare la manovra e ne parleremo alla Leopolda».