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 2019  ottobre 18 Venerdì calendario

Periscopio

Trovare di botto un pacco di miliardi. Che botto! Dino Basili. Uffa news.Milano non somiglia a nessun’altra città d’Italia o del mondo. Edoardo Nesi, scrittore pratese. la Repubblica.
Germi sul set non sprecava molte parole, a volte era duro e curava maniacalmente i dettagli. Mi dispiace che alla sua bravura non sia corrisposta l’attenzione della critica. Fu bollato come un regista di destra. Liquidato come un uomo d’ordine. Non c’era accusa peggiore negli anni Sessanta per un artista. Lando Buzzanca (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Nel libro In prima fila di Giovanni Castellaneta, il diplomatico italiano, nel raccontare la sua carriera a strettissimo contatto con quasi tutti i premier, sottolinea la mancanza in Italia della figura, con la quale si è confrontato più volte in momenti di crisi di altri Stati, una fra tutte Condoleezza Rice, Consigliere per la sicurezza nazionale con gonna corta e stivali neri nella prima amministrazione Bush. «Il Paese non ha un assetto istituzionale in grado di assecondare i grandi mutamenti intercorsi a livello globale. (…) Per contrastare il terrorismo, ma non solo quello, è necessario saper prevenire oppure essere in grado di rispondere con rapidità e flessibilità». Luigi Bisignani. Il Tempo.
Alla fermata dell’Anagnina, capolinea della metropolitana linea A di Roma, ogni passeggero è un bersaglio designato: 8 mila borseggi l’anno, 22 al giorno. Bande di bambine nomadi veloci come locuste. E poi temute, eleganti coppie di sudamericani: lei appariscente, avanti, che distrae; e lui dietro, con dita di velluto. Da qualche settimana è tornato al lavoro anche un giapponese dall’aria innocua, soprannominato «Ninja»: appare e scompare, e tu sei ancora lì a cercare di capire come abbia fatto a sfilarti il telefonino dalla tasca interna della giacca. Fabrizio Roncone. Corsera.
Essere un collettivo porta spesso più danno che beneficio. Specie ai Paesi più grulli, che l’Italia capeggia. Prendiamo la faccenda dei dazi con cui Donald Trump reagisce a una scorrettezza Ue, che in realtà non è dell’Ue. Sono state infatti Francia e Germania a sovvenzionare con soldi pubblici il loro consorzio avionico, Airbus, facendo concorrenza sleale all’americana Boeing. Noi siamo rimasti intrappolati per il solo fatto di appartenere all’Ue (e per l’untuoso assenso all’abuso franco-tedesco). E ora abbiamo parmigiano e affini gravati di balzelli che ne mettono in forse lo smercio a Brooklyn. Chi ci risarcirà? Se per l’Ue quando Parigi fa una sciocchezza paga Roma, delle due l’una: o è folle e si cambia; o vale per tutti e allora ci smazziamo tra i 28 il nostro bel debito pubblico. Giancarlo Perna. LaVerità.
C’è in giro un grande viavai di allenatori. Nell’elenco dei papabili il tuo cognome non figura mai, malgrado il pedigree che possiedi. Capita mai di chiederti la ragione di questo fatto piuttosto bizzarro? «Certo che me lo sono domandato. E mi sono anche dato l’unica risposta che reputo plausibile. Io non ho mai avuto e non ho tutt’ora un agente che mi rappresenta. Mi è piaciuto sempre fare tutto da solo. Oggi il mondo del calcio, esattamente come quello di tutti i giorni, è cambiato profondamente. Se non stai in vetrina, anzi se nessuno provvede a mostrarti in vetrina e a pubblicizzarti non vai da nessuna parte». Cesare Prandelli, allenatore (Marco Bernardini). Calciomercato.com.
La prescrizione garantisce la non punibilità solo quando la punizione non è più manifestazione del potere dello Stato di usare la forza per sanzionare i comportamenti incriminati, ma rappresenta l’autorità arbitraria e cieca che annienta l’individuo a proprio piacimento. Giorgio Armillei al convegno di LibertàEguale.
La rivista Giovane critica nacque alla fine del 1963. Ricordo un abbonamento sostenitore che ci arrivò da Luciano Della Mea, fratello di Ivan. Fui sorpreso perché Luciano, nonostante fosse un intellettuale importante, viveva in grandi ristrettezze economiche. Ringraziandolo del gesto, gli rispedii i soldi. Diventammo amici. Per me fu un fratello maggiore. Anche se il rapporto tra noi si ruppe. Non ci sentivamo più da tanto, quando nel 2000 ricevetti una sua lettera che mi ferì profondamente. Nella sua lettera, Della Mea commentava l’Italia di fine millennio, sciatta, miserabile e deludente. E concludeva con due righe sprezzanti: mentre questo paese va in pezzi tu te ne stai acquattato e sazio in un angolo. Acquattato? Sazio? Sentii quell’offesa bruciarmi. Gli rispedii la lettera senza alcun commento. E poi, un anno e mezzo dopo, Luciano è morto. Di tutte le fratture quella fu la più dolorosa. Giampiero Mughini (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Quando ebbi distrutto quello che chiamavo il mito della famiglia e della potestà paterna mi trovai senza risposta davanti alla domanda: che cosa sostituirà l’educazione dei figli in una prossima civiltà? L’idea di un collegio obbligatorio, d’istitutori, di maestri che sarebbero diventati padroni assoluti dei ragazzi, mi fece ravvedere. Avrei distrutto una tirannia, quella del padre, per crearne una peggiore, anonima e distratta. Giuseppe Prezzolini, L’italiano inutile. Rusconi libri, 1994.
Volevo intervistare Ted Kennedy ma poi non l’ho fatto. Avevamo combinato, vado a Washington e lì mi dice: io di Chappaquiddick non parlo. Me ne sono andato. Voleva candidarsi alla Casa Bianca e pretendeva il silenzio sull’incidente, con lui alla guida, in cui morì una ragazza. Giovanni Minoli, dirigente tv (Candida Morvillo). Corsera.
La partecipazione popolare ai comizi politici negli anni Cinquanta rifletteva passioni ed interessi veri, paure e speranze profonde, amori e odi autentici. Ma si trattava fondamentalmente di un rito. I partecipanti non chiedevano ai comizianti di risolvere i loro dubbi e incertezze, ma conferme e rassicurazioni in una fede e una speranza che già avevano; avidi semmai di argomenti, formule, battute da riciclare poi nelle discussioni che avvenivano i gruppi ristretti, in famiglia, con gli amici, sul luogo di lavoro. Piergiorgio Bellocchio, Piacenza passato prossimo. La luna nel pozzo, 2005.
Con il nazismo siamo di fronte a una civiltà del tutto nuova, fondata sul disprezzo della cultura classica e della ragione. In questa civiltà, l’intuizione, la mistica, l’illuminazione poetica, sono collocate esattamente sullo stesso piano della ricerca scientifica e della conoscenza razionale. «Quando sento parlare di cultura, tiro fuori il mio revolver» dice Goering. Louis Pauwels e Jacques Bergier, Il mattino dei maghi. Mondadori, 2008.
Anche in amore, come in politica, il tradimento è questione di date. Roberto Gervaso. Il Messaggero.