il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2019
Intervista alle prof del liceo di Salvini
Matteo Salvini non studia, non si prepara, non approfondisce i dossier. È il giudizio unanime dei commentatori, un’opinione diffusa e ormai resistente. Ma Matteo da studente era lo scansafatiche che conosciamo oggi? Lo abbiamo chiesto a due sue insegnanti del liceo classico Manzoni di Milano: Maria Adele Bertoli, docente di storia e filosofia (martedì da Vespa, nel confronto con Renzi, Salvini l’ha ricordata in tv con queste parole: “Conte mi ha insultato più della mia prof di filosofia”) e Silvana Sacerdoti, prof di matematica e fisica.
Bertoli: Noto una involuzione del linguaggio, un’esuberanza che negli anni giovanili non vedevo.
Sacerdoti: Lo guardo e percepisco questa sua inclinazione a fare il gradasso.
Bertoli: Il gradasso, sì. L’ho visto in tv nel confronto con l’altro Matteo e mi è parso come impedito in quella che era la sua disciplina prediletta: la propaganda. Ha dovuto utilizzare toni più morigerati e, naturalmente, la ridotta verve ha compromesso l’esito finale.
Sacerdoti: Politicamente è quello. Molto oltre l’esuberanza.
Bertoli: Devo dire invece che da studente era più disciplinato, più curioso, più pronto a dialogare e a contrastare, con la ricerca delle fonti, l’altrui opinione. Non ha mai avuto giudizi severi da me. Maltrattato? Non direi proprio.
Sacerdoti:Io in classe parlavo solo di equazioni e di assi. Nulla di politico. Ricordo uno studente normale, non bravissimo ma non pessimo. Ecco, riprendo in mano il giudizio col quale l’ho mandato alla maturità.
Bertoli: Prese 48 su sessanta, credo che se ne sia anche dispiaciuto un po’. Ma portava matematica e greco, materie che non erano le sue favorite.
Sacerdoti: Io qui ho segnato: ‘Responsabile, corretto. Con buone capacità, ha studiato le due discipline senza particolare entusiasmo rivolgendo l’attenzione ad altre materie’. Gli davo 6 e mezzo, che poi portavo a sette.
Bertoli: Anch’io non ho mai peccato di ingenerosità nei voti. Era da sei, anche qualcosina in più.
Sacerdoti: Era diverso da ragazzo.
Bertoli: Meno arruffone, più disposto al sacrificio.
Sacerdoti:Ora sbruffoneggia troppo, e poi…
Bertoli: E poi è ripetitivo… sempre la stessa solfa.
Sacerdoti: Io non condivido le sue idee, mai votato Lega ma in classe mai avanzato di un centimetro un’opinione. Come detto non andavo oltre l’equazione.
Bertoli: Io invece illustravo le mie idee, la mia visione del mondo. E lo facevo proprio per dare modo agli studenti di potersi confrontare e contrastare persino dialetticamente.
Sacerdoti: Sono nata nel ’32 ho una certa età.
Bertoli: Ho 75 anni, ormai da tempo in pensione. Ho conosciuto tante scuole milanesi.
Sacerdoti: Lei mi dice che la propaganda è una porzione irrinunciabile dell’attività politica. Mi viene lo scoramento così.
Bertoli: Salvini deve ragionare di più, usare di più il metodo della logica, approfondire i processi storici, avere riguardo per le differenze. Si ricordi che io gli feci studiare il libro di Antonio Gramsci sulla questione meridionale. Deve trovare giovamento dagli intellettuali che con più acume illustrano la complessità della storia d’Italia.
Sacerdoti: Meno sbruffone.
Bertoli: Alla maturità aveva già la testa nella politica, era candidato al consiglio comunale di Milano. La sua attitudine agli studi è andata riducendosi con l’aumentare della passione politica.
Sacerdoti: Era meglio da ragazzo. Più disciplinato.
Bertoli: Sì, concordo. Spesso con le colleghe ci ritroviamo e valutiamo quel che era ieri e quel che vediamo oggi. Il confronto con i suoi compagni di classe non è sempre positivo, ed è un gran dispiacere. Ricordo che aveva anche un buon grado di responsabilità nei confronti della famiglia, e alcune volte è persino andato ad approfondire questioni culturali ampie. Si è documentato.
Sacerdoti: Poi vedi che… puf… tutto finisce in quel modo.
Bertoli: Non argomenta, estremizza.
Sacerdoti: Non estremizza, banalizza.
Bertoli: La filosofia insegna a dare un senso alle cose, alla vita. A conoscere la complessità del mondo e anche saperla leggere. Salvini dia un senso ai suoi studi.
Sacerdoti: I politici sono sempre così gradassi?
Bertoli: Li rovina la propaganda.
Sacerdoti:“Il potere”.
Bertoli: Salvini non veleggiava nelle prime file ma nemmeno era nelle ultime. Con gli anni lo studio si è andato però appannando.
Sacerdoti: Ha partecipato anche alle gare di matematica, quelle interne al liceo. Con buon profitto, devo dire.
Bertoli: Peccato.