Il terreno
Mosca voleva l’uscita di scena degli Usa dalla Siria e l’ha avuta. Cercherà ora di raggiungere un’intesa con Ankara che faccia rivivere gli accordi di Adana del ’98 (stretti dopo la crisi tra la Turchia e la Siria di Assad padre per l’ospitalità offerta al leader curdo Ocalan) stabilendo un equilibrio frontaliero accettabile per tutti.
L’Iran
Teheran – che avevo espresso riserve circa la zona di sicurezza voluta dalla Turchia — ora si è allineata a Mosca: «Comprende» le preoccupazioni turche.
I curdi
L’offensiva turca può essere usata dal Cremlino come una punizione sui curdi colpevoli di essersi affidati agli Usa (hanno tradito il detto: "Mai calarsi in un pozzo con una corda americana"). Indeboliti, saranno più docili nel grembo di Damasco e dovranno dire addio ai sogni di indipendenza.
La Siria
L’appoggio di Mosca alla Siria è stato vincente. Un segnale ai vicini sull’affidabilità ed efficacia del partner russo rispetto al volatile "amico americano". Tra l’altro la Russia non va tanto per il sottile sui diritti umani, cosa apprezzata dai leader di queste parti.
La Turchia
Sia Erdogan che la Russia vogliono evitare che il conflitto si allarghi. Il leader turco andrà da Putin e si è detto pronto a discutere di una soluzione. La relazione di Mosca con la Turchia — membro della Nato — va però oltre questa crisi. Ankara si è recentemente dotata del sistema russo di difesa anti-aerea S-400, cosa che ha scatenato le ire di Washington. La settimana scorsa i ministeri delle Finanze dei due paesi si sono accordati per l’uso di rubli e lire turche nelle transazioni costituendo le basi di un "muro di protezione" contro sanzioni americane o occidentali.
Israele
I media israeliani consigliano al premier Netanyahu di nascondere le foto con Trump e tirare fuori quelle con Putin. "Trump abbandona gli alleati", avverteYedioth Aaronoth che ricorda il tweet di Trump felice di tirarsi fuori da "conflitti senza fine e tribali": «I prossimi saremo noi, un mucchio di mediorientali tribali, divoratori di soldi dei contribuenti americani».
La guerra all’Isis
Il ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian spiega che Parigi guarda a Mosca per combattere l’Isis e chiede agli europei di serrare i ranghi, vista l’abdicazione degli Usa nella regione.