Libero, 16 ottobre 2019
Sei milioni di italiani bocciati all’esame di guida
Gli italiani sono bravi in tutto, tanto da essere ritenuti i più virtuosi d’Europa, ma c’è un settore nel quale, le nuove generazioni, sembrano incapaci di tenere alto l’onore nazionale: la guida. Stando a un’indagine condotta nel 2018 dall’Istituto mUp Research in collaborazione con Norstat, oltre 6 milioni di penisolani avrebbero ripetuto almeno una volta l’esame di guida; cifra che corrisponde al 17,7% di tutti coloro che hanno tentato di prendere la patente. Il Trentino Alto Adige, con il 29,5% dei respinti all’esame, è la regione in cui si è registrato il maggior numero di bocciati. Ad essa segue la Liguria con il 28%. Invece, a rivelarsi più preparate, sono state Lombardia, Campania e Lazio, con una quota di promossi al di sopra della media nazionale. Gli aspiranti automobilisti vacillerebbero soprattutto nella prova pratica, tanto da dover ripetere l’esame due, tre o quattro volte, come nel caso di 36mila esaminati. A bissare i test con più frequenza sarebbero le donzelle. Ma aspettate a declamare il proverbio “donne al volante pericolo costante” perché, a smentire i luoghi comuni, ci pensano le agenzie assicuratrici, dalle cui indagini risulta che, a manifestare più prudenza alla guida, siano proprio le fanciulle. A sorprendere non è tanto il numero di chi viene rimandato ai test quanto quello di chi, all’esame, non prova neppure ad accedere: i 18enni di oggi sono sempre più disinteressati al traguardo della patente, e raggiunta la maggiore età preferiscono dare priorità ad altri obiettivi che non a quello di una macchina delegata ad annullare le distanze. A contare il maggior numero di “spatentati” sono le regioni le cui aree urbane sono ben collegate da metropolitana e bus efficienti. Questi motivi hanno esteso il margine d’età entro il quale, i fanciulli, mirano a conseguire la patente: l’età media, in regioni come Basilicata, Campania e Sicilia, si aggira attorno ai 20 anni e 7 mesi. In Sardegna si arriva perfino ai 22 anni, ed in Emilia Romagna ai 21 e 8 mesi. A generare indifferenza attorno ai traguardi ambiti dai teenager di una volta contribuisce anche il fatto che, quelli di oggi, siano ben più remoti dall’indipendenza finanziaria: i 18enni di due decadi fa che cercavano lavoro per affrancarsi dalla famiglia guadagnavano più dei maggiorenni di oggi mossi dallo stesso bisogno d’autonomia. Mantenere un’auto senza gravare sui genitori, è pressocché impossibile: le polizze assicurative sono onerose, e neppure le spese relative alla scuola guida sono emblema di economia: si va dai 500 ai 900 euro. Per non parlare della benzina! Ce n’è abbastanza per sostenere che costa meno viaggiare in aereo che non in macchina. Per le brevi distanze, i più tradizionalisti, possono invece contare sul mezzo di trasporto meno esoso di tutti: le proprie gambe.