Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2019
La flotta di Alitalia si riduce sempre di più
La liquidità di Alitalia si sta prosciugando e, dato inedito, anche la flotta si sta riducendo in modo vistoso. La compagnia era entrata in amministrazione straordinaria il 2 maggio 2017 con 118 aerei, di cui 26 a lungo raggio (Airbus 330 e Boeing 777), 20 regionali (Embraer), 72 per il breve medio raggio (Airbus della famiglia 320). Adesso gli aerei sono ridotti a 116. Ed è previsto che entro la fine dell’anno diminuiscano ancora fino a 113, secondo informazioni riservate.
Cosa sta succedendo? I commissari stanno restituendo alcuni aerei (Airbus 321) per la scadenza dei contratti di leasing. Un modo di non prendere impegni, tanto più che la cassa si sta consumando, e anche per risparmiare. Ma con meno aerei la compagnia vola di meno, si riducono l’attività e anche gli incassi, visto che il traffico passeggeri sul mercato continua a crescere. Il risultato quindi potrebbe non essere quello di migliorare i conti, che viaggiano su una perdita di circa 500 milioni di euro all’anno. Con meno aerei c’è anche meno lavoro per i naviganti.
A marzo Alitalia ha restituito al proprietario un A321 per fine leasing. Lo ha detto uno dei commissari, Stefano Paleari. A fine settembre, secondo comunicazioni interne ad Alitalia che Il Sole 24 Ore ha visionato, è stato restituito un secondo A321. Il programma di uscita di ulteriori 3 A321 è fissato per una macchina tra il 15 e il 20 ottobre, per due macchine tra il 15 e il 31 dicembre. La flotta si sta riducendo alla dimensione che avrebbe con il piano industriale di Fs e Delta, che prevede una partenza della Newco Nuova Alitalia con 102 macchine dal 2020. Sono ancora in flotta i 26 aerei di lungo raggio che, secondo il piano Fs-Delta, dovrebbero ridursi a 23 (tre macchine in meno) dal 2020.
La liquidità. Entro dicembre finiranno i 900 milioni erogati alla compagnia dopo il commissariamento dal governo Gentiloni. Al 28 aprile 2017 la compagnia aveva solo 74 milioni in cassa. Con il commissariamento ha dovuto dare alla Iata un deposito in garanzia di 118 milioni. Il resto dei soldi è stato consumato dall’andamento negativo della gestione. A fine settembre la cassa era di 310 milioni, compresi gli incassi per i biglietti prepagati per i voli futuri (ammonterebbero a circa 300 milioni, dati ufficiosi), che sono un debito della compagnia verso i clienti e non una liquidità propria, di cui l’azienda possa disporre.
Se verrà perfezionata l’offerta vincolante del consorzio Fs-Delta-Atlantia e Mef (ipotizzabile entro metà novembre), prima che la Nuova Alitalia sia operativa occorreranno ancora da 4 a 6 mesi, per le autorizzazioni Antitrust, gli accordi sindacali e altri passaggi. Alitalia avrebbe bisogno di ulteriori 300 milioni. La questione è sul tavolo del Mef. Si parla di un nuovo «prestito» dello Stato, anche se _ come per i 900 milioni già consumati _ è improbabile che la compagnia sia in grado di restituirli.