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 2019  ottobre 16 Mercoledì calendario

Biografia di Lucia Morselli

Senza scomodare l’Ecclesiaste (o i Byrds, per chi preferisce), è innegabile che ogni stagione ha il suo manager e la stagione che sta affrontando l’ex Ilva richiede un tipo di gestione che forse i vertici di ArcelorMittal non immaginavano un anno fa, rilevando l’ex Ilva.
Matthieu Jehl, l’enfant prodige che ha trasformato lo stabilimento di Gent in un benchmark per il gruppo, sembrava la soluzione ideale anche per Taranto. E l’ingegnere quarantenne ci aveva da subito messo impegno, immergendosi nella nuova realtà e imparando l’italiano in poche settimane, segnale fondamentale per chi deve dialogare con un territorio provato da anni di incertezze e di dialoghi tra sordi. Ma, dallo scorso ottobre a oggi, per Taranto sono stati altri 12 mesi di sbandamento, con l’aggravante di un mercato che ha tirato il freno, costringendo il gruppo a rivedere la tempistica dei suoi piani. L’azienda ha messo in cassa 1.400 persone, è lontana dal break even e perde ancora 50 milioni al mese. A Gent, Jehl era stato l’ultimo frazionista di una staffetta eccezionale, ma a Taranto evidentemente da anni si gioca un altro sport.
Chiamando Lucia Morselli (secondo fonti era entrata in contatto con i Mittal già un anno fa ma, appunto, la stagione non era quella giusta) la multinazionale riconosce implicitamente che l’«Italia non è un paese come un altro», come aveva preconizzato il past president di Federacciai, Antonio Gozzi. Non è un paese in cui è sufficiente replicare uno standard con uno qualsiasi degli (ottimi) manager del gruppo. Ora si cambia allenatore. Dici Morselli e pensi subito, oltre ad AcciaItalia (di cui era presidente su indicazione di Cdp) al lavoro in Ast Terni, controllata da ThyssenKrupp, risanata al punto che oggi per i tedeschi, in cerca di compratori per anni, è strategica. Un risanamento nel quale però i sindacati vedono l’altra faccia della medaglia: gli esuberi. Nei prossimi mesi si capirà subito quale sarà la road map della manager che ora potrebbe cambiare la squadra, delegando gli aspetti legati alla produzione e tenendo per sè gli aspetti gestionali e «politici». Intanto, in un gioco di coincidenze, Morselli va in Am Italia due giorni dopo l’ingresso di Claudio Costamagna (in Cdp ai tempi di AcciaItalia) nel cda di Arvedi, che dichiara di non escludere un’apertura del capitale. Ma solo in futuro.