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 2019  ottobre 16 Mercoledì calendario

Click con effetti speciali per fotografare le città

Perlopiù non si traduce il termine fish-eye, «occhio di pesce». Chi deve sapere sa cos’è: un obiettivo fotografico «ultragrandangolare» che cattura un campo visivo tipicamente attorno ai 180°. Il risultato è un’immagine circolare che riproduce l’intera semisfera «vista» dalla lente, come quella che per l’appunto apparirebbe a un pesce che in fondo al lago guarda verso la superficie.In origine, ai primi del ’900, l’obiettivo fish-eye era uno strumento scientifico, utilizzato inizialmente per fotografare il cielo e le formazioni delle nuvole. Negli anni 60 la distorsione che produce, con le linee di prospettiva curve anziché rettilineari, ha catturato l’attenzione dei fotografi in cerca di nuovi effetti speciali. I grandangoli sono diventati d’impiego comune, specialmente per riprendere dettagli architettonici e lo svolgimento di complesse azioni sportive, ad esempio, le evoluzioni di skateboard, perché possono andare a fuoco sul tavolo e comprendere, ravvicinato, anche lo skater e il contesto in cui si muove.
L’effetto però precede le nozioni moderne di ottica, e nel caso presente anche quelle del volo umano, come si vede nella proiezione della città di Strasburgo (nella foto) dell’incisore Conrad Morant, risalente al 1548. L’artista l’ha creata «semplicemente» osservando con l’occhio nudo il dispiegamento della sua città vista dalla guglia della cattedrale, innalzando ancora il punto di vista e riproducendo in due dimensioni ciò che vedeva in tre. La pianta fu all’epoca molto nota e ampiamente riprodotta. L’originale, riccamente dettagliata, è larga 86 cm e alta 68. Non è dato sapere quante volte toccò a Morant salire in cima alla guglia per produrla…