ItaliaOggi, 16 ottobre 2019
Anche in Germania nessuno è più interessato a ritirare volumi usati nonostante siano gratuiti
Oggi apre la Buchmesse a Francoforte, la più grande fiera del libro al mondo, quest’anno con la Norvegia ospite d’onore. E i giornali tedeschi, al contrario che da noi, ai libri e alla lettura dedicano interi supplementi. I libri su carta resistono, nonostante le previsioni catastrofiche. E si comprano i volumi in carta, di preferenza in internet. Mia moglie e io stiamo facendo impazzire il computer di Amazon. Cerco di comprare in libreria, ma di rado trovo quel che cerco. Lei ed io ordiniamo i libri usando solo il mio nome, lei saggi di filosofia e di arte, io (lo confesso) insieme con saggi di storia e di politica, anche krimibücher, che sarebbero i gialli, di preferenza scandinavi. Il computer cerca di schedare i tuoi gusti per farti delle proposte. Non capisco perché mi abbia tormentato per un anno con manuali di cucina che secondo lui dovrebbero piacermi perché ho comprato le memorie dei viaggiatori del Gran Tour nell’Ottocento. Tra me e mia moglie, il computer diventa schizofrenico e diffida: dopo un ordine manda mail di verifica sul cellulare mio o di Fernanda, ma a volte lei è a Roma ed io a Berlino, o viceversa.Una lunga premessa per dire che compriamo troppi libri e non sappiamo più dove metterli. Abbiamo invaso anche la cantina, e finiamo per avere doppioni, in Prussia e a Trastevere. Fernanda è ordinata e sa dove trovarli, io quasi mai. Buttare un libro per noi è un sacrilegio, ma dove metterli? Ho tentato di regalarli, ma a chi? L’istituto di cultura a Berlino ha chiuso la biblioteca. Don Giuseppe, il prete della missione cattolica, li accettava, anche i gialli per portarli ai carcerati italiani, ma non era ortodosso, ed è morto giovane. Ho chiamato la missione per chiedere se volevano qualche volume: per che farne? hanno chiesto. Leggere non è ancora un peccato, ma comincia a essere sospetto.
Abbiamo pensato di lasciarle la nostra biblioteca in quattro lingue in eredità alla facoltà di italianistica di Stettino, in Polonia. Ma il cattivo Kaczinsky, con il pretesto di riformare le università l’ha appena chiusa. In estate nella piazzetta in cui abito a Berlino è riapparsa una cabina telefonica, un frammento di passato. Trasformata in rifugio per i libri abbandonati, come la ruota in cui si deponevano un tempo i figli illegittimi. Si lasciano i volumi, e si prendono quelli che desideriamo. So che non è una novità. Anni fa vidi uno scaffale con libri in offerta libera nella stazione del metro a Porta Venezia, a Milano, ma poi è scomparsa. Non deve avere avuto successo. E scompaiono i banchetti di libri usati, e i bouquinistes sono in pericolo anche a Parigi.
Invece in Germania, i luoghi di libero scambio per libri, si moltiplicano. In un campo-giochi, ho visto una cabina telefonica fuori uso riservata ai libri per bambini. In tutto il paese dalla Lubecca di Thomas Mann alla Monaco amata dagli italiani, sono al momento 3.242, tendenza in aumento. Le ha contate il blogger Tobias Zeising, 37 anni, che ha creato una app per trovare sul telefonino l’ «asilo per libri senza padrone» più vicino. Naturalmente lui usa un’espressione più moderna, up to date, per chi ama le parole straniere: Bücher to go.
L’idea gli è venuta due anni fa, ha confessato alla Süddeutsche Zeitung, quando ha scoperto uno scaffale per strada vicino a casa sua a Grafing, sobborgo di Monaco. «Ma in Google», ha aggiunto, «non trovai indicazioni su dove ce ne fossero altri». Al contrario di quanto ci si possa attendere, non vanno assolutamente le guide turistiche (subito superate e condannate da internet), né i bestseller che probabilmente ognuno ha già comprato. Cercherò Tobias per chiedergli di aggiungere sulla sua app anche indicazioni su dove abbandonare i libri dei profughi, per così dire, in italiano, francese, inglese, qualcuno persino in spagnolo.
È una lotta disperata per chi ama i libri di carta, come in Fahrenheit 451, il romanzo di Ray Bradbury. Ne ho tre copie, una tascabile, una rilegata, una in tedesco regalata da un amico. Forse le terrò tutte: la rilegata è una prima edizione, quella tascabile è legata a un ricordo, quella tedesca ha una dedica e potrei offendere l’amico se la ritrovasse tra i libri abbandonati. Su un banchetto a Milano ho scoperto libri della Medusa con dedica degli autori americani all’editore Arnoldo Mondadori. Chi fu il responsabile in casa editrice di questo sacrilegio?