ItaliaOggi, 15 ottobre 2019
No a zanzare modificate con gene autodistruttivo
In Brasile, per ridurre drasticamente la popolazione locale di zanzare Aedes aegypti e frenare la diffusione dei virus Dengue, Zika, Chikungunya, la società di biotecnologie britannica, Oxitec, ha sparso nel comune di Jacobina milioni di zanzare (450 mila la settimana per 27 mesi) geneticamente modificate. In pratica, sono state rese portatrici di un gene di autodistruzione che impedisce la maturazione delle larve. Così facendo Oxitec ha sviluppato zanzare transgeniche utilizzate come insetticidi viventi contro le zanzare selvagge in natura per sterminarle. Effettivamente, nei mesi successivi all’operazione il numero di questi insetti era calato drasticamente, per poi risalire. Dunque, si è trattato di un risultato positivo temporaneo che ha spinto alcuni ricercatori indipendenti dell’università di San Paolo (Brasile) e di Yale (Usa) ad approfondire. Nello studio, pubblicato in Scientific Reports, ripreso da Le Figaro, hanno sostenuto che la tecnologia utilizzata ha funzionato bene in laboratorio, ma non in natura, dove frammenti del genoma fabbricato in vitro si sono integrati in quello della popolazione selvaggia di insetti ottenendo l’effetto contrario, cioè di renderla più resistente e di annullare la differenza tra zanzare selvagge e zanzare geneticamente modificate nella capacità di trasmettere i virus. Un fenomeno inatteso che li ha portati ad affermare che gli ingegneri hanno perso il controllo dell’esperimento.Immediata la replica di Oxitec che ha denunciato le conclusioni allarmiste dello studio di Scientific Reports ritenendole «scientificamente infondate». Oxitec ha ribadito che la sperimentazione in natura è avvenuta dopo un decennio di test condotti in laboratorio e il risultato è che la rivista Nature ha deciso, fatto raro, di riesaminare l’articolo contestato.