Avvenire, 15 ottobre 2019
La California vieta le pellicce
La California ha dimostrato ancora una volta di essere all’avanguardia nella difesa dell’ambiente. Con una serie di normative firmate dal governatore democratico Gavin Newson, lo Stato americano è diventato il primo al mondo a proibire la produzione e il commercio di pellicce. Al bando anche l’uso di animali come tigri ed elefanti nei circhi, la cattura e l’uccisione delle linci e la macellazione dei cavalli. Ancora autorizzato il rodeo. Dal primo gennaio 2023 sarà illegale ogni tipo di commercio di abbigliamento, calzature e accessori di pelliccia animale. Sia la donazione, che la vendita, che l’acquisto di tali prodotti comporterà una pena pecuniaria di 500 dollari, che raddoppierà per la seconda infrazione. Esenti dal bando, il pelo animale utilizzato per funzioni religiose o dalle tribù originarie d’America e – ma solo per ora – i pellami di bovino, capra e cervo, le pellicce usate, gli animali imbalsamati e quelli uccisi con regolare porto d’armi. La tendenza al “furfree” sta prendendo piede ovunque, ma la California non ha perso tempo. Dopo l’approvazione al divieto del commercio di pellicce a West Hollywood e Berkeley all’inizio dell’anno scorso, seguite a breve da San Francisco e Los Angeles, la proposta presentata a livello statale nel dicembre 2018 è stata votata e ratificata in soli dieci mesi. Nel frattempo, un mese fa, era stato modificato l’atto di protezione della fauna selvatica con il bando all’uso di trappole e tagliole per la cattura di animali da pelliccia. «Oggi è una giornata storica», ha commentato l’organizzazione americana Peta. In Italia, la Lav ha dovuto rilevare che, al contrario, «le nostre istituzioni restano dormienti sulle nostre proposte di legge per vietare l’allevamento di animali da pelliccia».