La Stampa, 15 ottobre 2019
I 17.000 foreign fighters pronti a rientrare in Europa
Dopo l’attacco turco ai curdi siriani l’incubo maggiore dell’Europa, oltre a un afflusso indiscriminato di nuove ondate di profughi, è la rimessa in libertà di migliaia di foreign fighters, sinora detenuti dagli stessi curdi e pronti a rientrare nel nostro continente. Si tratta, sulla base di stime accurate, di diciassettemila combattenti jihadisti, e il numero sale a trentamila se si aggiungono i familiari: dati allarmanti per la nostra sicurezza.
Due giorni fa le autorità curde hanno reso noto che quasi 800 familiari di foreign fighters dell’Isis sono fuggiti da un campo profughi nel nord-est della Siria dove è in corso l’offensiva di Erdogan. L’amministrazione curda ha inoltre fatto presente che il campo di Ain Issa è «ora senza guardie», perché le forze curde si sono spostate sulla linea del fronte.