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 2019  ottobre 15 Martedì calendario

La confessione in lettera di Buffon

Caro Gianluigi diciassettenne, 
Ti scrivo questa lettera come un uomo di 41 anni che ha tanta esperienza, ha visto tante cose e ha commesso tanti errori. Io ho una notizia buona e una brutta per te. La verità è che io sono qui per parlarti della tua anima. Sì, la tua anima. Tu ne hai una, che ci creda o no.
Cominciamo con la cattiva notizia. Tu hai 17 anni. Tu stai per diventare un calciatore, come nei tuoi sogni. Pensi di sapere tutto, ma la verità, amico mio, è che tu non conosci la merda. Tra qualche giorno tu avrai l’occasione di giocare la tua prima gara di Serie A con il Parma e non sai abbastanza da essere spaventato. Dovresti essere a letto a bere latte caldo. Ma cosa hai intenzione di fare, invece? Andrai in discoteca con il tuo buon amico della Primavera.
Berrai solo una birra, vero? Ma poi esageri un po’, interpreti un personaggio da film, l’uomo forte. Questo è il modo in cui di solito affronti questa pressione che tu non sai nemmeno di provare. Presto sarai fuori dal locale, discutendo con alcuni poliziotti all’una del mattino. 
Vai a casa. Vai a letto. E, per favore, ti prego, non pisciare sulla ruota della macchina della polizia. I poliziotti non lo troveranno divertente, nemmeno il club. E tu rischierai di perdere tutto quello per cui hai lavorato (...).
Tra pochi giorni, avrai tre cose molto, molto, inebrianti, ma anche molto, molto pericolose. Soldi, fama e il lavoro dei tuoi sogni. Ora tu starai sicuramente pensando: come possono essere pericolose queste cose? Bene, questo è il paradosso. Da un lato è vero che un portiere ha bisogno di sentirsi sicuro, deve essere senza paura. (...). D’altra parte, però, una persona senza paura può facilmente dimenticare la sua mente. Se vivi la tua vita in modo nichilista, pensando solo al calcio, la tua anima comincerà ad appassire. Alla fine, diventerai così depresso che non vorrai nemmeno alzarti dal letto. Puoi ridere, se vuoi, ma ti succederà. Succederà al culmine della tua carriera, quando avrai tutto quello che un uomo potrebbe desiderare dalla vita. Avrai 26 anni, sarai il portiere della Juventus e della Nazionale italiana. Avrai soldi e rispetto. La gente ti chiamerà persino Superman.
Ma tu non sei un supereroe. Sei solo un uomo come tutti gli altri. E la verità è che la pressione di questo mestiere può trasformarti in un robot. La tua routine può diventare una prigione. Vai all’allenamento, torni a casa, guardi la TV, vai a dormire. Fai lo stesso il giorno successivo. Hai vinto. Hai perso. Si ripete e si ripete ancora.
Una mattina, quanto ti alzerai dal letto per andare all’allenamento, le gambe cominceranno a tremare in modo incontrollato. Sarai così debole da non essere in grado di guidare la tua auto. Inizialmente, penserai sia solo stanchezza, o un virus. Ma poi peggiorerà. Tutto quello che vorrai fare sarà dormire. All’allenamento ogni parata sembrerà uno sforzo titanico. Per sette mesi, avrai difficoltà a trovare qualcosa di bello nella vita (...).
Devi ricordare solo questo: soldi e fama non sono il tuo obiettivo. Se non ti prendi cura della tua anima, se non cerchi ispirazione al di fuori del calcio, ti deteriorerai. Se potessi darti un consiglio, sarebbe di essere molto più curioso nei confronti del mondo che ti circonda finché sei ancora giovane. Salverai te stesso, e soprattutto la tua famiglia, da un sacco di angoscia. Per essere un portiere bisogna essere coraggioso, è vero. Ma essere coraggioso non significa essere ignorante, Gigi.
Nel profondo della tua depressione, qualcosa di strano e bello accadrà. Una mattina, deciderai di spezzare la routine e andare in un altro ristorante a Torino per fare colazione. Quindi prenderai una strada diversa attraverso la città e passerai davanti a un museo d’arte. Il poster all’esterno dirà Chagall. 
Hai già sentito questo nome prima, ma non sai nulla sull’arte. Hai cose da fare. Devi proseguire sulla tua strada. Tu sei Buffon.
Ma chi è Buffon? Chi sei veramente? Lo sai? Questa è la parte più importante di questa lettera. Devi entrare nel museo in quel giorno preciso. Sarà la decisione più importante di tutta la tua vita.
Se non entri in quel museo e vai avanti con la tua vita da calciatore, come Superman, allora continuerai a tenere tutti i tuoi sentimenti chiusi in cantina e la tua anima si deteriorerà.
Ma, se entrerai, vedrai centinaia di dipinti di Chagall. Molti di questi non ti susciteranno niente. Alcuni belli, altri interessanti, altri che non ti dicono niente. Ma poi vedrai un dipinto specifico che ti colpirà come un fulmine. Si chiama The Walk. È un’immagine quasi infantile. Un uomo e una donna sono in un parco, fanno un picnic, ma tutto è magico. La donna sta volando nel cielo, come un angelo, e l’uomo è in piedi sul terreno, tenendole la mano, sorridendo. 
È come il sogno di un bambino. Questa immagine trasmetterà qualcosa da un altro mondo. Ti darà la sensazione di essere tornato bambino, la sensazione della felicità che si trova nella semplicità. (...)
Devi tornare al museo il giorno seguente. È essenziale.La donna alla biglietteria ti guarderà divertita. Dirà: «Non eri qui solo ieri?». Non importa. Torna dentro. Questa arte sarà la cura migliore per te. Quando apri la tua mente, la pesantezza interiore che senti sarà alleggerita, come la donna che viene sollevata in aria nel dipinto di Chagall. (...)
Ti succederanno cose così belle e inspiegabili che ti sembreranno collegate tra loro. Questa è una di quelle. Perché quando sei un giovane giocatore del Parma, farai qualcosa per colpa dell’ignoranza che ti segnerà. Prima di una grande partita, vorrai fare un gesto per mostrare ai tuoi compagni e ai tifosi che si un leader, coraggioso, un grande personaggio. 
Quindi scriverai un messaggio sulla tua maglia. Un messaggio che una volta hai visto scolpito su una scrivania quando eri a scuola. Scriverai «Boia chi molla». Pensi che sia solo uno slogan motivazionale. Non sai che è uno slogan dei fascisti di estrema destra.
Questo è uno degli errori che causeranno molto dolore alla tua famiglia. Ma questi errori sono importanti perché ti ricordano che sei umano. Ti ricorderanno, ancora e ancora, che non conosci la merda, amico mio. Questo è un bene, perché il calcio farà un ottimo lavoro del convincerti che sei speciale. Ma devi ricordarti che non sei diverso dal barista o dall’elettricista con cui sarai amico per tutta la vita. Questo è quello che ti farà uscire dalla depressione. (...)

(da The Players’ Tribune)