la Repubblica, 14 ottobre 2019
Le prime nozze trans riconosciute
Storia di Alessio, proprietario del supermercato che sposa Valentina, operaia al cantiere navale: poi lui diventa Alessia e lei diventa Davide, e per la prima volta al mondo la giudice che riconosce il duplice cambiamento di sesso ordina all’anagrafe di ratificare la validità – a ruoli invertiti – del loro matrimonio. Ora Davide è il marito, Alessia la moglie: insieme alla loro avvocata Cathy La Torre, il 3 ottobre hanno conquistato nel tribunale di Grosseto un diritto civile inedito.Alessia è «nata donna in un involucro sbagliato, che per fortuna con la scienza ho potuto correggere». Davide, che è «nato uomo nel corpo di Valentina, con il quale a scuola giocava a pallone e vestiva da maschietto – racconta Alessia – con la famiglia ha dovuto affrontare le mie stesse difficoltà. Ho sempre vissuto a Orbetello. La scuola? Un incubo, sopratutto le medie: andavo vestita da maschietto, ma fin dall’asilo mi piacevano i tacchi e le collane, e adoravo le bambole. Professori e compagni non capivano che un bambino possa sentirsi bambina, rispecchiandosi in un’anima femminile. Per loro sei effeminato, sei gay; ma io non ho mai provato attrazione per i gay».
È molto bella, Alessia. Ed è un bel ragazzo anche Davide, 24 anni, quattro meno di lei. «I pregiudizi sono ancora forti: se sei trans pensano tu sia una prostituta, ma io sono lontanissima da quel mondo. Vengo da una famiglia benestante, ho comprato un supermercato e ho guadagnato molto. Quando ho cominciato a chiamarmi Alessia la gente era scettica. Orbetello è un paese, ci conosciamo tutti. Mi truccavo, hanno visto il seno che cresceva... Passavano in auto davanti al supermercato e si voltavano a guardare “il trans”. Ma io sono sempre stata molto sobria nel vestire. Sono una ragazza semplice, amo gli animali, faccio la spesa, pulisco casa, vado al lavoro come tutti. Alla fine hanno capito».
È nel supermercato che ha conosciuto Davide. «Era in vacanza all’Argentario. Aveva iniziato la transizione in senso opposto al mio. Un colpo di fulmine, mi sono innamorata e gli ho fatto conoscere i miei: è il primo fidanzato che ho portato a casa». Anche lì, in famiglia, è stata dura: «Mio padre non mi ha mai accettata, ed è uscito dalla mia vita. E lo stesso è successo a Davide con sua madre, che non accettava che Valentina non esistesse più. Nemmeno lei c’era al nostro matrimonio, il primo matrimonio transgender in Italia: 6 febbraio 2016, avevo il vestito bianco, ero felicissima. Il giorno più bello della mia vita. Ma i nomi erano sbagliati». Alessio in abito bianco sposava Valentina con la cravatta. «Pure l’assessore sbagliò», sorride Alessia.
Restavano quei nomi da correggere, e non era un piccolo particolare: «Ero stufa di avere sui documenti un nome che non mi appartiene più, di dare spiegazioni ogni volta che vado da un medico. Ho lavorato da un commercialista: all’Agenzia delle entrate col codice fiscale ti stampano il cartellino col nome. Alessio. “Che sbadati, hanno messo la “o” invece della “a"». Ma pare facile, cambiare: la legge non aveva precedenti. «È una sentenza straordinaria in senso giuridico e sociale – dice l’avvocata la Torre – e farà giurisprudenza».
Se un solo coniuge è in transizione, il matrimonio va sciolto o trasformato in unione civile. Se due fidanzati hanno cambiato sesso, il matrimonio è lecito ma il processo è lunghissimo: servono il riconoscimento medico della “disforia di genere”, il cambiamento fisico con gli ormoni e le eventuali operazioni, infine il passaggio non scontato in tribunale. Alessia e Davide erano troppo innamorati per attendere. Ma che fare col loro matrimonio, ora che certificano la transizione? «Partendo da una sentenza della Corte costituzionale (170 del 2014), la giudice – spiega l’avvocata – ha sancito che va tutelato l’amore: ha ordinato la prosecuzione del vincolo, disponendo allo stato civile di aggiornare i nomi dei coniugi nei nuovi ruoli». Un precedente importante per le altre coppie “switch": «Spesso i transgender si innamorano tra loro – spiega La Torre – perché dal punto di vista relazionale ed emotivo è difficile presentarsi agli altri». Intanto, Davide e Alessia la battaglia l’hanno vinta; «Salvini disse che non voleva vedere famiglie come la mia. Ha fatto più legge la nostra sentenza che il suo anno al governo».