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 2019  ottobre 13 Domenica calendario

Fratelli in simbiosi, muoiono nella stessa stanza

La porta chiusa dall’interno custodisce due vite e una sola storia. Giorgio e Gianfranco Granello abitavano qui da anni e avevano tessuto insieme la trama del loro destino proprio come adesso fanno i ragni aggrappati ai soffitti di quest’appartamento che era una culla e che ora è un cimitero. Negli anni passati nessuna donna era riuscita a portare via Giorgio e Gianfranco dal secondo piano di Riviera Paleocapa, una delle zone più belle di Padova. Un appartamento che ora è buio, sporco, e pieno di polvere ma un tempo, tra queste stanze che puzzano di morte, risuonava la voce della mamma e al mattino il profumo del suo caffè arrivava fin sotto le coperte. Nessuna tempesta d’amore è stata così potente da sradicare Giorgio e Gianfranco e spazzarli lontano. Ognuno era la famiglia dell’altro. Il primo aveva 77 anni, il secondo 71, entrambi in pensione dopo una vita spesa a scuola come insegnanti. Li hanno trovati morti nella stessa stanza. Uno disteso sul letto, l’altro sul pavimento. Venerdì scorso alcuni parenti hanno chiamato i vigili urbani perché non rispondevano al telefono, né al citofono. Nessun segno di effrazione sulla porta, nessuna violenza sui loro corpi. La morte è arrivata livida e bastarda come sempre, ma non ha fatto troppo rumore. I due fratelli erano gravemente malati. Uno soffriva di Parkinson, era quasi cieco e camminava a fatica.

FORTUNA INCEPPATA
Il fratello più giovane si prendeva cura di lui, come una mamma col figlio (chissà perché non si dice come un fratello col fratello!) ma la sorte si è messa di traverso e la ruota della fortuna si è inceppata quando il fratello minore si è ammalato di tumore. Da allora il futuro ha cambiato indirizzo, è scappato dall’appartamento al secondo piano di Riviera Paleocapa. I giorni si accumulavano stanchi come fotocopie sempre più sbiadite. Dal di fuori questi due fratelli distinti e discreti apparivano grigi e spenti, polverosi come i loro cappotti d’altri tempi, ma la storia della loro morte racconta qualcosa di eccezionale. Dai primi accertamenti sembra che uno dei due sia morto per primo. E l’altro ha riempito il vuoto dell’assenza prima con le lacrime poi con l’attesa della morte. Si è lasciato andare, ha aspettato che il suo corpo si consumasse e il cuore si stancasse di battere. Finalmente è arrivato il rantolo finale, un respiro profondo e liberatorio. L’ultima tassa da pagare alla vita. 

O INSIEME O NIENTE
Una morte da tragedia che riempie di splendore la storia di Giorgio e Gianfranco. I Granello hanno riscritto all’incontrario il racconto biblico di Caino e Abele: non c’era il fratello buono e quello cattivo. Nessuno voleva prevalere sull’altro, nessuno dei due sperava che l’altro morisse per prendersi la casa dei genitori e viverci finalmente da solo. Quello era il loro appartamento, la loro storia. O insieme o niente. Che senso avrebbe avuto per Gianfranco non poter più sorreggere Giorgio che camminava cieco tra quelle stanze? E Giorgio, dove avrebbe trovato un approdo sicuro? C’erano le braccia dell’altro che tremavano ogni giorno di più ma erano sempre lì, pronte a prenderlo come un paracadute che si apre al momento giusto. Il sorriso di uno era l’ossigeno dell’altro, e la disperazione del primo si diluiva negli occhi liquidi del più giovane. Se uno dei due fosse andato via, la casa sarebbe diventata una prigione. Meglio giacere in una tomba che consumarsi in una cella, deve aver pensato il fratello maggiore quando, per qualche giorno, ha vissuto senza l’altro aspettando di andarsene pure lui all’inferno o in paradiso ma comunque ancora insieme a suo fratello.

IL RICORDO
«Abitavano qui da più di trent’anni ma negli ultimi mesi li ho visti pochissimo», ha detto un vicino di casa al Corriere del Veneto. «Si aiutavano a vicenda, erano molto malati. Uscivano poco, forse per la loro disabilità. Erano riservati ma anche molto educati. Si vedeva lontano un miglio che erano molto legati, erano sempre insieme. Il più giovane aiutava il fratello che faticava a camminare e non ci vedeva. Non si staccavano mai», dice adesso uno dei vicini di casa. Il mistero della morte di Gianfranco e Giorgio sarà chiarito nei prossimi giorni dall’autopsia. I loro corpi sono stati messi a disposizione delle autorità. Al pubblico ministero toccherà un compito difficilissimo: spiegare con un linguaggio giuridico la storia semplice e straordinaria di due fratelli che si amavano come due fratelli.