ItaliaOggi, 12 ottobre 2019
A Venezia concorso record con 3 mila aspiranti netturbini
Il netturbino è un lavoro duro. E in 3 mila sono pronti a farlo. Giovani laureati, ultrasessantenni, originari del Sud: tutti in coda per aggiudicarsi uno dei 400 posti in graduatoria per entrare in servizio con Veritas, l’azienda partecipata che gestisce il ciclo dei rifiuti nel Comune di Venezia. Numeri da record per un maxi-concorso per operatori ecologici che si è tenuto lo scorso martedì al palasport Taliercio di Mestre.Le domande presentate sono state 3.580, delle quali 3.441 accolte. Due terzi degli aspiranti netturbini si sono presentati per la prova scritta. Secondo i dati diffusi da Veritas, alla chiamata hanno risposto anche 44 persone provenienti dalla Campania e 67 dalla Sicilia. Sul fronte dell’età, 1.045 sono stati quelli tra i 40 e 50 anni, mentre i 20enni sono stati 777. I laureati, invece, hanno raggiunto quota 160. I candidati, suddivisi in quattro turni, sono stati sottoposti a un test con 30 domande a risposta multipla, in particolare su argomenti di logica e matematica. Solo 400 di loro passeranno la prova. Questi ultimi sosterranno un colloquio che consentirà di stilare una graduatoria con validità pluriennale per l’entrata in ruolo a tempo determinato o indeterminato in base ai vuoti che verranno registrati nell’organico attuale.
Oggi, solo nel centro storico di Venezia, i netturbini sono 230, ai quali si aggiungono 80 piloti delle barche che girano tra i canali della città per raccogliere i rifiuti. La scaletta è ben precisa: dalle 6 alle 8,30 spazzano calli e campielli, dalle 8,30 suonano i campanelli delle abitazioni, uno con un carro per la raccolta della differenziata, l’altro con quello per l’indifferenziata, in attesa del sacco dell’immondizia che i residenti consegnano sulla soglia delle loro case. La sveglia, per i netturbini, è sempre alle quattro del mattino. «Ma la qualità del lavoro è tutta un’altra cosa rispetto al passato», ha spiegato Federico Adolfo, direttore dei servizi ambientali di Veritas, la partecipata del Comune di Venezia che ha indetto il concorso. «Senza dimenticare che si tratta di un posto sicuro in una grande azienda». Ed è proprio la stabilità del posto che ha spinto gli oltre 3 mila candidati a presentarsi a Mestre. «Il porta a porta ha migliorato l’igiene», ha aggiunto Adolfo descrivendo il lavoro di operatore ecologico. «Non ci sono più gabbiani che rompono i sacchi lasciati fuori, né topi intorno. Certo, è un lavoro che oggi richiede più tempo: a ogni suono di campanello bisogna aspettare almeno un minuto perché chi ci abita apra e consegni i sacchi».
Il progresso, come per la maggior parte dei mestieri, ha migliorato anche la giornata dei netturbini. «Tecnologie e mezzi sono diversi rispetto a 30 anni fa», ha detto ancora il direttore di Veritas al Corriere del Veneto. «Oggi, per esempio, ci sono le telecamere all’interno di una cabina personalizzata. Il comfort è aumentato anche per le operazioni da svolgere col cassone, ma con la raccolta differenziata si allungano i tempi. Svuotarne uno o svuotarne tre è diverso». Ma per i 3 mila aspiranti operatori ecologici di Venezia sembra l’ultimo dei problemi.