La Stampa, 12 ottobre 2019
Lo sciopero nel Principato di Monaco
I lavoratori del Principato di Monaco incrociano le braccia. Lo sciopero è stato proclamato dall’Usm, Union des Syndacats de Monaco, per il 17 ottobre, giovedì prossimo. Tante le rivendicazioni che riguardano gli impiegati del settore alberghiero, della ristorazione, dei servizi. In cima alla lista c’è il salario minimo garantito: 2230 euro lordi. Ma non è l’unica rivendicazione. I lavoratori chiedono griglie di retribuzione parametrate ai compiti svolti, una maggiore attenzione alla previdenza sociale, la messa in sicurezza del contratto di lavoro, la marginalizzazione di quelli a tempo determinato e l’obbligatorietà di motivare il licenziamento (che oggi scatta senza nessun preavviso e senza alcuna una giustificazione).
Lo stato di agitazione e lo sciopero rappresentano la prova tangibile di un malessere che è stato al centro degli incontri per i festeggiamenti dei 75 anni del sindacato. I rappresentanti di categoria chiedono con forza, da tempo, anche altri provvedimenti che riguardano le condizioni di lavoro: restrizioni per quanto riguarda il lavoro notturno, rispetto del riposo settimanale la domenica, spese di trasporto e di parcheggio a carico dei datori di lavoro. E a far capire che nel Principato le cose vanno diversamente rispetto all’Europa è il fatto che venga sollecitata una protezione dei rappresentanti sindacali e dei delegati dei settori e la libertà di creazione di associazioni di categoria a tutela dei lavoratori.
All’ombra della rocca da dove il principe Alberto II governa con un’attenzione particolare alle tematiche ambientali e al rispetto delle normative che hanno fatto uscire Monaco dalla lista nera dei paradisi fiscali qualcosa sembra non funzionare. Lo sciopero indetto per il 17 rischia di paralizzare soprattutto il settore del turismo. A incrociare le braccia saranno infatti moltissimi dipendenti dei grandi alberghi (dove le recenti assemblee sindacali hanno visto chiedere il pagamento della quattordicesima mensilità). Per il momento l’Usm non ha ancora chiesto l’autorizzazione per un corteo di protesta, un gesto considerato estremo nel Principato, potenzialmente lesivo della sua immagine e di quella del sovrano(l’unico mai avvenuto risale a qualche anno fa). Ma dopo tanti incontri il tempo della trattative sembra essere scaduto.