Robinson, 12 ottobre 2019
Che bella cera Madame Tussaud
Prima dei musei, c’erano le Wunderkammer, o stanze delle meraviglie. Riunivano animali esotici, piante rare, pietre preziose, manufatti insoliti e bizzarri, scheletri, papiri, e scherzi di natura (estesi fino alle umane deformità). Pure gli ex voto, se invece di appartenere a un imperatore d’Asburgo (o a un principe, o a un ricco signore) la collezione era ospitata in un monastero. Barattoli, scaffali, teche e cassettini accoglievano il visitatore ammirato e stupefatto.
L’ultima delle Wunderkammer è firmata Wes Anderson. Assieme alla consorte Juman Malouf, illustratrice e designer di origine libanese, ha frugato nelle collezioni del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Accanto a un Rubens e a un Tiziano, sono esposti coralli, piume, cristalli variopinti, bauli coreani, e l’urna funeraria di un toporagno arrivata fino a noi dall’antico Egitto. Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori è il titolo scelto per la mostra delle meraviglie, dal regista che di oggetti notevoli, ma di modernariato, ha riempito i suoi film.Piccola è una Wunderkammer fatta romanzo. Ha tutto quel che un lettore curioso e avventuroso può desiderare, annunciato in apertura. Le stanze delle meraviglie prenderanno infatti due strade, a partire dall’ 800: una verso i musei d’arte, l’altra verso Barnum e compagnia:” venghino, venghino signori…”. E dunque qui avremo, tra parecchio altro:” Figli perduti, fantasmi di scimmie, l’uomo che collezionava assassini, corpi smembrati, bambole di legno, l’uomo che camminava per tutta Parigi” – anche quando Parigi non era un bel posto per camminare, e le teste tagliate degli aristocratici venivano portate in giro come trofei.
Di Edward Carey conosciamo la passione per il gotico e per gli oggetti buttati via: nei Segreti di Heap House, i misteriosi Iremonger vivono in una discarica- labirinto, tutta scale. comignoli e pantegane. Conosciamo gli stravaganti inquilini di Observatory Mansion e le ossessioni delle gemelle Alva e Irva. All’origine di Piccola, il terrore provato dal ragazzino Edward al museo di Madame Tussaud, tra la stanza degli orrori, Hans Christian Andersen con il volto butterato, e l’arcigna fondatrice che si era fatta statua di cera con le proprie mani. Finita l’università, il giovane Carey lavorò qualche mese come guardiano al museo, con il compito di tenere le mani dei visitatori lontane dai manichini fabbricati e vestiti con amorosa cura.
Quindici anni di lavoro e ricerche, per la più meravigliosa storia di Madame Tussaud che un lettore possa desiderare. La ceraiola ebbe una vita complicata e ricca, ma uno scrittore non è un cronista, se è bravo aggiunge del suo (se non lo è, rovina anche la vicenda più appassionante). Nacque a Strasburgo nel 1761, imparò i primi rudimenti dell’arte a Berna, nel laboratorio del Dottor Curtius: la madre prima di impiccarsi gli faceva da governante. Orfana a sei anni, ebbe per conforto solo una scapola. Non una spalla, proprio l’osso, giudicato” lenitivo e molto confortante, perfetto da accarezzare”.
Il macabro giocattolo viene dalla collezione del Dottor Curtius, che di tanto in tanto riceve dall’ospedale membra umane, anche infette, e le rifà in cera. A pagamento: per istruire i giovani dottori e mettere in guardia la popolazione dalle malattie contagiose. La bambina cresce e impara il mestiere, più tardi preparerà anche gli ex voto, arti e organi” per grazia ricevuta”. Siccome” le persone sono molto affascinate da se stesse” (è piccola ma sveglia), i bernesi illustri e meno illustri ordinano le prime teste in cera.
Vuole le sue fattezze riprodotte anche Louis-Sébastien Mercier, che si vanta di aver camminato per tutta Parigi,” tra il gran tanfo e la cacofonia”. Disegnerà il ritratto della città in Le Tableau de Paris (dodici volumi molto amati da Charles Baudelaire, che intitola Tableaux parisiens una sezione deiFiori del male). Poi scriverà i suoi fantascientifici desiderata per una città migliore in L’anno 2440: "niente preti, niente prostitute, niente maestri di ballo, niente pasticcieri, niente tasse, niente tabacco o caffè, e un bel rogo di libri immorali”. Mercier condurrà il Dottor Curtius e l’allieva a Parigi, prima in affitto da una vedova e poi in Rue du Temple, dove cominciavano ad accalcarsi gli impresari di spettacoli popolari. Il successo è immediato, vengono a farsi fare le teste Jean-Jacques Rousseau e altri filosofi alla moda. Anche a Versailles – Luigi XVI ha appena sposato Maria Antonietta – sono curiosi.
Manca ancora molto – sono quasi 600 pagine, si leggono di corsa – per arrivare a Londra. Madame Tussaud aprirà il suo museo nel 1835, e muore novantenne nel 1850, quando la fotografia comincia a imporsi. Viene voglia di annotare ogni dettaglio, mentre ammiriamo gli oggetti che prendono vita, come i giocattoli nella saga Toy Story firmata Pixar. I manichini da vetrina, le bamboline da sventolare durante le pubbliche impiccagioni, la casa che urla e strepita come se fosse viva, la sezione dedicata ai grandi criminali dell’epoca,” per intrappolare nella cera la barbarie”. Ogni sei mesi una lotteria estrae il nome di un fortunato ospite pagante, che sarà riprodotto con la cera – seduto, in posizione da stanco visitatore di museo – accanto a re, filosofi, assassini.