Il Messaggero, 12 ottobre 2019
Le ambulanze a Roma, numeri e problemi
«La verità? È una giungla». Un operatore che per tanti anni ha lavorato sulle ambulanze e che conosce bene le ramificazioni del trasporto dei malati, trova la sintesi più efficace per descrivere un settore in forte espansione a causa di una popolazione sempre più anziana. Un solo numero: in città ci sono oltre 200 ambulanze che ogni giorno si occupano di questo servizio. A Roma il business del trasporto privato dei pazienti si è moltiplicato, tanto che si stima che il numero di ambulanze private presenti per strada sia almeno il doppio (ma c’è chi ipotizza anche il triplo) di quelle pubbliche. «E se molte società lavorano con serietà, ce ne sono altre borderline, senza personale preparato, a volte senza contratto. Addirittura ci sono ambulanze che svolgono il servizio senza alcuna autorizzazione». In sintesi: sono come i tassisti abusivi.
MERCATOSpesso nelle zone degli ospedali riempiono pali e muri con adesivi per farsi pubblicità. Andiamo per ordine: bisogna fare distinzione tra emergenza e trasporti secondari, vale a dire il paziente che, per ragioni di salute, deve essere accompagnato con un’ambulanza. Per l’emergenza a Roma e provincia operano 110 ambulanze, il 60 per cento dipende direttamente dall’Ares 118 (agenzia regionale per l’emergenza sanitaria), il 40 da un consorzio privato che ha vinto una gara europea, Heart Life, considerato affidabile e su cui si svolgono controlli attenti. «Il problema – racconta una fonte che chiede di restare anonima – è tutto il resto». Sì, perché l’Ares non fa trasporti secondari ed è qui che è fiorito il mercato. Basta fare un salto su Google Maps: cercando un’ambulanza privata su Roma si trovano almeno 25 società che offrono il loro servizio, come detto si calcola vi siano oltre 200 ambulanze che ogni giorno, con numerosi marchi, girano in città. Devono essere accreditate in Regione e dunque rispettare alcuni standard. Ma nel corso dei controlli dei Nas, anche in passato, sono emerse variopinte irregolarità: non bisogna generalizzare, molte società sono scrupolose e rispettose delle regole, ma nel corso delle verifiche sono state anche trovate ambulanze fuorilegge, in cui magari a bordo non c’era l’infermiere come richiedeva quel tipo di trasporto, in cui il dipendente non era contrattualizzato e addestrato, il mezzo aveva dei problemi. «E poi c’è un terzo anello degli abusivi: qualcuno acquista una ambulanza usata, per poche migliaia di euro, distribuisce qualche volantino e poi s’improvvisa, senza scrupoli». All’Ares 118 spesso arrivano le proteste dei cittadini per un cattivo servizio o perché hanno visto un’ambulanza compiere una grave irregolarità o un abuso sulla strada, ma quando si fanno approfondimenti si scopre che non era una ufficiale. «Ma come è normale il cittadino non può distinguere tra una ambulanza del 118 e una di una società privata, magari senza autorizzazione».