Libero, 11 ottobre 2019
Al Centro e al Sud aumentano i problemi psichici
Chi dice Sud dice sole, amore, calore. I soldi non danno la felicità, non si vive per lavorare, anche i ricchi piangono (questa frase l’abbiamo mutuata da una celeberrima soap latino-americana in voga negli anni Ottanta). Ma cosa c’è realmente dietro a questi luoghi comuni? Desideri, illusioni, sogni, speranze.... E poi invece ecco avanzare l’ansia, la depressione, il disagio. La realtà e l’esperienza riescono a smantellare, spesso e volentieri, i miti dell’immaginario collettivo. Se si leggono i dati emersi dal Focus sul Disagio Mentale dell’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni del Policlinico Universitario Gemelli IRCSS di Roma, il ribaltamento di quei luoghi comuni è più che evidente. Il disagio mentale è in aumento tra gli italiani in generale, ma in particolare al Centro-Sud. Le cause? L’invecchiamento progressivo, le condizioni socio-economiche difficili e sempre più precarie, la mancanza di sicurezze nella vita, insomma. Tutto questo si trasforma spesso in disturbi depressivi, che ovviamente hanno un pesante impatto sulle famiglie, sulla vita sociale, sul servizio sanitario, già alle prese con carenze, “buchi” e disfunzioni. È stato calcolato, infatti, che il costo diretto per ogni paziente all’anno sia di 2.612 euro, a cui si aggiungono 42 giorni all’anno di assenza dal lavoro, per un toale di 4 miliardi di euro all’anno. Sole, amore, calore funzionano poco se non si hanno lavori stabili, salari decenti, una prospettiva sicura per la vecchiaia. Secondo i dati dell’indagine Istat-European Health Interview Survey, dunque, in Italia 2,8 milioni di persone presenta sintomi depressivi, ossia il 5,6 per cento della popolazione di età superiore ai 15 anni, dei quali 1,3 milioni una vera e propria «depressione maggiore». A soffrire di questo male di vivere sono soprattutto donne e anziani, dato che le patologie di questo genere aumentano con l’età: è depresso quasi un ultra 75enne su cinque e una donna su 4 tra le over-75. Sugli anziani, inoltre, grava sempre più il peso di una malattia terribile come l’Alzheimer. Le donne, in definitiva, sono le più colpite, visto che sono quasi il doppio rispetto agli uomini tra gli utenti dei servizi dei servizi specialistici per la salute mentale: in totale quasi 2 milioni. La depressione risulta più diffusa al Centro e al Sud, in particolare in Umbria (9,5 per cento della popolazione) e Sardegna, dove ne è colpito il 7,3 per cento. Altro colpo alle nostre convinzioni, perché Umbria e Sardegna sono tra le regioni più belle e amate dai turisti e visitatori, che pensano di trovare in queste terre una sorta di paradiso terrestre. Per contro, in Trentino Alto Adige soffre di disagio mentale il 2,8 per cento della popolazione e in Lombardia si arriva al 4,3 per cento. Analizzando questi dati, presentati in occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale, che si è celebrata ieri, appare evidente che vengono colpiti coloro che sono più vulnerabili dal punto di vista socioeconomico. La depressione colpisce generalmente senza fare distinzioni sociali, però è un fatto che i disturbi di questo genere sono quasi il doppio più frequenti tra chi ha un basso livello di istruzione e basso reddito. Depressione e ansia cronica colpiscono l’8,9 per cento dei disoccupati, contro il 3,5 per cento degli occupati. Stress, precarietà, paura di non essere all’altezza, e del futuro, diventano una nube nera che opprime e schiaccia chi ne diviene vittima, soprattutto le donne, come confermato anche dal Libro Bianco sulla Salute Mentale in Italia, pubblicato di recente da Franco Angeli editore.
E pensare che ancora oggi solo un paziente su due riceve un trattamento corretto e tempestivo. Con conseguenze spesso drammatiche. Non a caso la Giornata Mondiale di quest’anno è dedicata specificamente alla prevenzione del suicidio. In campo da anni è sceso l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda), che in questi giorni ha organizzato a Milano un congresso sul tema. Anche i dati a livello mondiale sono allarmanti: 300 milioni di persone soffrono di depressione; tra il 2005 e il 2015 è cresciuto del 20% il numero delle diagnosi e quindi la depressione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come causa prima di disabilità.