il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2019
Scalfari e il Papa: storia vera di un rapporto
Com’è noto ai lettori di Repubblica, la storia degli ultimi decenni è segnata sostanzialmente da un’unica figura: Eugenio Scalfari. È tanto vero che il nostro, dovendo avere una conversazione interessante, ha spesso scelto di parlare da solo. Una volta, anni fa, gli è piaciuto così tanto che ci ha scritto un intero libro: Incontro con Io (Einaudi). Negli ultimi anni, però, Scalfari ogni tanto incontra, oltre che se stesso, pure Papa Francesco e, quando lo fa, non resiste alla tentazione di raccontarlo ai suoi lettori. Problema: negli incontri tra Scalfari, Io e Bergoglio non si capisce mai chi parla e il quarto – che sarebbe il giornalista Eugenio, detto “il Truman Capote di Civitavecchia” – si confonde e finisce per raccontare fischi per fiaschi. A quel punto quei santi dell’ufficio stampa del Vaticano, pazientemente, si vedono costretti a smentire le frasi attribuite al Santo Padre. La prima volta accadde addirittura nel 2013, l’ultima l’altroieri: negli anni, infatti, Scalfari e Io hanno innovato politica vaticana e teologia facendo definire al Papa la Curia “lebbra del papato”, i cardinali “pedofili”, promettendo la fine del celibato per i preti, abolendo l’inferno (“non esiste”) e, da ultimo, negando la natura divina di Cristo durante il suo passaggio terreno. Tutti virgolettati, come detti, smentiti dal Vaticano. Essendo Il Fatto il giornale delle Procure, però, è in grado di anticipare che finalmente le fake news del Fondatore finiranno in tribunale: ai pm di Roma – e dove sennò? – è giunta infatti la denuncia per diffamazione di tale Gesù Di Nazaret.