ItaliaOggi, 10 ottobre 2019
La scarsità di dollari penalizza il Libano
La banca centrale del Libano, dopo aver razionato l’erogazione della valuta americana (il massimo del prelievo giornaliero è di mille dollari), si è impegnata, a ottobre, ad assicurare l’emissione di dollari alle banche al tasso di cambio ufficiale per finanziare gli importatori di grano, farmaci e benzina, purché questi offrano garanzie sotto forma di anticipi. Il Libano, che conta un debito pubblico tra i più elevati del mondo (157% del pil), dipende dalle importazioni per i suoi consumi interni. Gli anticipi richiesti agli importatori, però, aumentano i costi e il prezzo finale delle merci, fattori che scoraggiano le importazioni e generano carenze. Gli importatori sono obbligati ad acquistare dollari sul mercato nero dove li pagano all’incirca il 10% in più rispetto al tasso di cambio ufficiale e dunque, dovendo sopportare costi maggiori importano meno, ha riportato Le Figaro. Lo stock di farina è dimezzato nel Paese in poco meno di due mesi.Dunque, il risultato della penuria della moneta Usa mette a rischio le importazioni di farina, farmaci e benzina perché vengono a costare di più. La rarefazione della valuta americana è in atto da settimane senza che il governo abbia dato spiegazioni in merito e la questione sta provocando un certo panico. È come se i libanesi avessero scoperto di colpo di non poter più accedere ai propri soldi. Il dollaro è stato utilizzato in maniera intercambiabile con la moneta locale, la lira libanese, a partire dalla guerra civile. L’esistenza di due tassi di cambio paralleli sta diventando permanente (il tasso di cambio fisso è di 1.507,50 lire libanesi per un dollaro) e la moneta Usa è diventata un’ossessione nazionale. Per compensare le uscite di valuta necessarie alle importazioni, il Libano incoraggia a depositare le monete estere nelle banche locali a tassi mirabolanti, fino al 15%, ma l’afflusso di capitali si è progressivamente esaurito. Ecco come la banca centrale finanzia il debito pubblico e il deficit della bilancia delle spese correnti pari a 16,4 mld di dollari, il 28% del pil). Il settore bancario sostiene che i depositi in valuta estera sono sicuri, e denuncia una crisi «artificiale» che invece sta paralizzando il Libano che nel 2018 ha registrato una crescita dell’1,3% del pil dopo lo 0,25% nel 2018 secondo i dati dell’Fmi.