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 2019  ottobre 10 Giovedì calendario

La Grecia ha ripreso a crescere

Dopo dieci anni di crisi, la Grecia, grazie al turismo (32 milioni di turisti nel 2018 per 11 milioni di abitanti) e alle esportazioni, è tornata a crescere (+2% l’anno scorso e quest’anno), senza cancellare la disoccupazione elevata e la precarietà. Per accelerare i tempi, il nuovo premier conservatore Kyriakos Mitsotakis, intende effettuare delle riforme, contestate, che interessano specialmente il mercato del lavoro, secondo quanto ha riportato Le Monde. Restrizione del diritto di sciopero, soppressione dei contratti collettivi, sviluppo dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio, facilitazioni delle privatizzazioni, e attrazione degli investimenti esteri sono tra le misure previste nel grande progetto per la crescita del primo ministro conservatore che andrà in parlamento a giorni. E che ha già provocato due giorni di sciopero generale a settembre e ottobre. Il premier, eletto a luglio, sta per presentare a Bruxelles, entro il 15 ottobre, la manovra che mira alla crescita del 2,8% (contro il 2% previsto dall’Fmi) puntando su: accelerazione delle privatizzazioni; calo delle imposte sugli utili delle imprese (dal 28 al 24%); alleggerimento fiscale per le imprese che si insedieranno in Grecia (al 15%).Intanto, la situazione del Paese è migliorata. Il tasso di disoccupazione è passato dal 28% nel 2013, al 16,9% nel 2019, ma resta comunque il più elevato della zona dell’euro. A settembre il 47% dei posti dei nuovi posti di lavoro erano part-time.
Inoltre, all’incirca 350 mila giovani greci diplomati sono andati all’estero nel periodo della crisi, tra gennaio 2008 e giugno 2016 in cerca di lavoro e all’incirca 18 mila medici greci hanno lasciato il paese in quegli anni. Una emorragia difficile da compensare e in Grecia ora manca personale qualificato.
Il turismo ha stimolato tutti i settori dell’economia del Paese ellenico. Il comparto e i suoi 998 mila dipendenti, circa un quarto dei lavoratori in Grecia, rappresenta oltre il 20% del pil del Paese. Ad Atene si continuano a costruire alberghi e sono quasi scomparsi i cartelli vendesi dalle facciate degli immobili grazie alla crescita degli affitti stagionali e agli investitori esteri e i negozi stanno riaprendo anche nei quartieri popolari.
Le esportazioni sono in crescita (da 45 miliardi di euro nel 2009 a 66 miliardi di euro nel 2019), i prezzi degli immobili esplodono (+31% nel centro di Atene in un anno), la borsa è salita del 46% dal primo gennaio, il tasso dei prestiti greci a dieci anni sono scesi al loro livello più basso da 14 anni a questa parte, secondo quanto ha riportato Le Monde. Tuttavia, non si deve dimenticare che la Grecia ha perso il 25% del proprio pil durante la crisi. E ci vorrà ancora un decennio e mezzo prima che i redditi reali pro-capite ritornino al livello pre-crisi con una crescita prevista a regime dello 0,9%, secondo l’analisi del Fondo monetario internazionale (Fmi) pubblicato a fine settembre.
Il governo dovrà anche affrontare il settore bancario. I crediti deteriorati rappresentano più del 40% degli attivi delle banche greche. Il settore resta fragile e il finanziamento dell’economia reale è ancora bloccato. L’accesso al credito è difficile e costoso, i tassi di interesse sono al 4% circa per un prestito professionale. Il governo sta studiando un piano per risanare i bilanci degli istituti bancari ellenici fornendo garanzie di Stato. Inoltre, per incentivare il ritorno degli investimenti esteri è necessaria una riforma della pubblica amministrazione.