La Stampa, 10 ottobre 2019
Tornano i turisti in Afghanistan
Quando è arrivata la prima e-mail su un viaggio turistico organizzato in Afghanistan la reazione è stata quella di pensare a una bufala, e invece era tutto vero: il tour operator Adventure Overland si è messo a organizzarne sul serio, alla scoperta di un Paese magnifico ma chiuso per guerra ormai da molti decenni.
La notizia va al di là di quelle consuete sulle mete turistiche, quindi la tratteremo in modo un po’ differente dal solito, cioè con un occhio non solo e non tanto alle bellezze della destinazione (che, in ogni caso, promettono moltissimo) quanto alle condizioni di contorno: si tratta di un’esperienza riservata ai Rambo? Ci si va scortati da gente con il mitra? Si sarà costretti a dormire in presidi reticolati? La risposta è no a tutte e tre le domande. L’Afghanistan è un pezzo di mondo diverso da come ce lo saremmo immaginato: ci sono intere regioni dove non si spara. Garantisce l’organizzatore Filippo Tenti, che nel Paese è già stato per la trasmissione Overland (su Rai1) ed è proprietario del tour operator che porta lo stesso nome.
Popolazione amichevole
Bisogna riferire che sul sito «Viaggiare sicuri» della Farnesina si legge: «In considerazione della gravità della situazione generale di sicurezza si sconsigliano viaggi a qualsiasi titolo in Afghanistan». Comunque lo sconsiglio non è un divieto.
Partenze da ottobre. L’esperienza in Afghanistan è prevista in 14 giorni, anche se è possibile concordare viaggi un po’ più brevi. Innanzitutto si visitano la capitale Kabul e la vicina valle del Panjshir, per poi allargare la visuale alle antiche città morte di Shahr-e Gholghola e Shahr-e Zohak e alle bellezze naturali di Darre Ajda (la «Valle del drago») e del parco nazionale di Band-e Amir. L’itinerario comprende pure le città di Herat e Mazar-i Sharif. In questa località, se si è fortunati (non c’è garanzia), si potrà assistere a partite di buzkashi, la rustica versione centro-asiatica del polo che viene mostrata nel film L’uomo che volle farsi re.
Ma l’Afghanistan è bello davvero? Dice Tenti: «Io giro il mondo fin da bambino, da quando mio padre mi portò d’estate nel Tibet (e io invece avrei voluto andare in spiaggia...). Ho visto tutti i continenti ma l’Afghanistan per me è il Paese più bello che ci sia. Le due valli che visiteremo sono le meno contaminate in assoluto dalla globalizzazione». Però scusi, lei come fa a garantire la sicurezza? «Le valli dove andremo sono controllate non solo dall’esercito ma anche da etnie che non sono mai state contagiate dal terrorismo e sanno distinguere immediatamente gli intrusi».
Adventure Overland ospita i viaggiatori in guest house a tre stelle, pulite e con bagni e docce (sistemazioni semplici ma non spartane), dove si mangia bene, cibo locale (da gustare seduti per terra); vengono forniti abiti afghani fatti su misura. Filippo Tenti oltre a mostrare le bellezze naturali del Paese tiene molto a mescolare i viaggiatori con gli abitanti del luogo: «Sono amichevoli - dice -, parlano quasi tutti inglese, e quando scoprono gli occidentali fanno tantissime domande, anche molto ingenue, tipo "com’è l’Italia?" oppure "com’è il mare? È grande? È blu? È salato?».
Destinazioni passate e future
In passato, ci è capitato di fare incontri simili a quelli che promette Overland in Afghanistan, partecipando negli Anni 90 al primo tour organizzato in Iran dopo la morte di Khomeini: uomini e donne che si affollavano attorno, pieni di stupore come se nel loro Paese fossero sbarcati gli extraterrestri. Esperienza replicata qualche anno dopo in un viaggio in Libano, ex Paese in guerra ma tornato a comparire nei cataloghi dei tour operator. Nettissimo il contrasto con la Somalia, percorsa invece in autoblindo ed elicotteri militari.
E chissà quanto ci vorrà prima che sia possibile tornare da turisti a vedere le bellezze archeologiche dell’Iraq, dello Yemen e di Leptis Magna in Libia.