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 2019  ottobre 10 Giovedì calendario

Biografia di Filippo Penati

Filippo Penati (1952-2019). Politico. Del Pd (prima Pc, Pds, Ds). Dall’85 al 1993 fu assessore al Bilancio e all’Urbanistica al Comune di Sesto San Giovanni, nel 1994 e 1998 fu eletto sindaco. Presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009. Candidato nel 2010 alla presidenza della regione Lombardia, fu sconfitto da Roberto Formigoni. Quindi consigliere regionale dal 2010 al 2012. Fu anche capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani quando era segretario del Pd. Padre operaio alla Breda e nonno – Filippo pure lui – morto a Mauthausen dove era stato deportato dopo gli scioperi a Sesto nel 1944. Ha iniziato a lavorare insegnando Educazione tecnica, poi ha fatto l’assicuratore. Nel 2011 fu accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dei procedimenti giudiziari per il cosiddetto “sistema Sesto”. Dopo la notizia dell’indagine, lasciò ogni carica nel Pd e si dimise dalla vicepresidenza del Consiglio regionale. Il processo iniziò nel 2013 e due mesi dopo fu dichiarata la prescrizione per il reato di concussione legato alle presunte tangenti ricevute per la vicenda “area Falck”, una delle questioni centrali dell’inchiesta. La prescrizione per il reato di concussione, a cui Penati non aveva rinunciato, fu confermata nel febbraio 2014 anche dalla Cassazione. Il 10 dicembre 2015 venne assolto in primo grado, insieme agli altri dieci imputati, per i rimanenti reati di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, relativi alla cosiddetta “operazione Serravalle”, in quanto «il fatto non sussiste», e la sentenza fu poi confermata in appello nel 2017. Nel luglio 2019, era stato però condannato in appello dalla Corte dei Conti per il caso della Milano-Serravalle. La storia è quella legata all’acquisto da parte della provincia di Milano del 15 per cento della società che possiede l’autostrada A7 Milano-Serravalle dall’imprenditore Marcellino Gaviodi, azionista di minoranza, facendogli incassare una plusvalenza di 179 milioni di euro. L’accusa sosteneva che la provincia pagò per le azioni un prezzo molto maggiore di quello di mercato e quindi Penati, il capo di gabinetto Giordano Vimercati e altre due persone erano state condannate a risarcire il danno provocato dall’operazione e quantificato complessivamente in 44,5 milioni di euro (in primo grado, nel 2015, la Corte dei Conti aveva tutti gli imputati). Penati aveva annunciato che avrebbe presentato ricorso e proprio in quell’occasione aveva ammesso di essere malato di cancro da circa un anno: «I medici concordano che il cancro è anche conseguenza della mia vicenda giudiziaria» disse al CdS. Milanista (prima che arrivasse Berlusconi), appassionato di jazz e musica classica. Lascia la moglie Rita e i due figli Simone e Ilaria.